13 ottobre 2012
"Fidel Castro è morto".
Un numero
imprecisato di testate giornalistiche italiane riprende la notizia
diffusa dal giornalista Alberto Muller, un cubano residente all'estero,
più precisamente a Miami (la nota patria dei dissidenti).
Per dare manforte al 'rumor', si cita la testata giornalistica El Nacional di Caracas.
L'indiscrezione
prende forma fino a divenire una 'quasi realtà' , dando così la
possibilità a Yoani Sanchez di riprendere la parola e tornare sotto la
luce dei riflettori occidentali, a lei tanto cari.
Bastano poche ore e la smentita ufficiale arriva direttamente dal figlio di Fidel, Alex.
Nessuna demenza senile, nessun respiratore , nessuna signora morte per l'ottantaseienne Líder máximo.
Tutto qui , quindi? "E cosa c'è di strano?" , vi domanderete. "Se ne leggono di notizie poi smentite".
Si, va bene ma fermi un attimo: notato nulla?
La legittimazione di Yoani Sanchez come portavoce di 'Cuba' .
Muller
'sparge a macchia d'olio' , da Miami , una notizia che potrebbe essere
fondata (accusando, tra l'altro, Fidel di soffrire di demenza senile: un
seme che presto germoglia nelle menti di chi non conosce Cuba, il suo
Popolo e il suo Castro,screditando la sua figura), la palla passa subito
alla Sanchez che, intervistata, dichiara:
"Da ore il mio telefono squilla costantemente e tutti mi chiedono della
salute di Fidel Castro... la vita ci ha dimostrato che
ogni volta che succede qualcosa a Fidel, noi cubani siamo gli ultimi a
saperlo...ogni tanto si sparge la voce che Fidel è morto, e questo lo provoca o qualcuno fuori dal regime oppure
dall'interno stesso del regime castrista. Perchè? Perche' così dopo
tutti apprendiamo che Fidel non è morto, ed è come se la sua figura
rinascesse come l'Araba Fenice, e così la sua figura si mantiene e si
ingigantisce".
Vittimismo vestito da
coraggio. Un dualismo che ,come una spina, s'insinua nel pensiero
occidentale per creare in lei, a pochi giorni dal fermo di polizia, la
figura di paladina della libertà o, a seconda dei punti di vista, della
"pax americana" .
"Sì, abbiamo capito. Un
dissidente ha costruito un nuovo palcoscenico da dove fare parlare la
Sanchez, nuovo agente americano per le relazioni a Cuba. Ma El Nacional,
quotidiano venezuelano vicino a Cuba, visto gli ottimi rapporti tra
Chavez e Castro, per quale motivo ha riportato questa notizia?"
Ed è qui che bisogna soffermarsi:
El Nacional, innanzitutto, è un giornale dell'opposizione , lontano dalle posizione del governo di Chavez.
Secondariamente, ha etichettato ,sin da subito, la notizia come una " especulaciones".
Tuttavia, in Occidente
è stato un gioco da ragazzi per la stampa di Regime predisporre tale
azione di accreditamento per Yoani Sanchez, considerando il folto gruppo
di lettori stolidi, esemplari dalla struttura cerebrale semplice.
Link:
El Nacional
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