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mercoledì 18 maggio 2011

VIAGGIO SENZA RITORNO


Le immagini che ci giungono dal viaggio del nostro presidente della Repubblica non sono affatto rassicuranti, men che meno le dichiarazioni delle due più alte cariche di Israele e Italia. I motivi sono molteplici e sono sotto gli occhi di tutti. Un'alleanza con lo stato di Israele, oltre che essere del tutto sbagliata diviene pericolosa per tutti i cittadini italiani. Il Mediterraneo è una pentola a pressione pronta ad esplodere e coinvolgere il mondo intero, scatenando una reazione mai vista nelle storia .
Non desta stupore l'atteggiamento indifferente del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, di fronte a scelte scellerate sue e del Governo, dettate dalla sudditanza verso un paese straniero, ponendo noi tutti in pericolo? Quella stretta di mano, quelle dichiarazioni da lui fatte hanno un peso non da poco dinanzi alle popolazioni oppresse del Medioriente . Ma Giorgio Napolitano se ne infischia. E come meravigliarsi dopotutto? Come molti sanno, il 15 maggio del 1973, il Pci fu messo a conoscenza preventivamente da Ivo Dalla Costa che a Milano, sarebbe avvenuto un attentato ad un'alta personalità:
"A Milano, tra 48 ore succederà un attentato contro un'alta personalità del governo e ne parlerà l'intera Italia".
Il 17 , un fantomatico anarchico, Gianfranco Bertoli, compì in via Fatebenefratelli , la tristemente nota strage . Quattro persone rimangono a terra senza vita, altre 52 sono ferite. Un altro tassello della “strategia della tensione”. Destabilizzare per stabilizzare.
Il funzionario del Pci di Treviso, Ivo Dalla Costa , avvisò con solerzia Pajetta e Malagugini, personaggi non certo di secondo piano del partito comunista italiano come d'altra parte non lo era il nostro attuale presidente dello Stato.
Nulla fecero e nulla dissero allora .
Cosa potrebbe quindi infastidire il sonno di Napolitano?
Sono in pochi a comprendere come il silenzio del Pci , in sinergia con il resto delle forze dell'arco costituzionale e l'Msi, ha permesso che sangue italiano continuasse a irrorare la nostra terra, negando così il futuro al nostro Popolo.
Un passato che ha l'odore della morte non può essere dimenticato perché ,oggi più che mai, sembra divenire il nostro presente. E questo, Giorgio Napolitano, lo sa e tace. Rendendosi nuovamente complice.



mercoledì 11 maggio 2011

LA CURA DEI PIACERI

Titolo: La cura dei piaceri. Costruzione di un'erotica solare
Autore: Onfray Michel 
2009, 189 p., ill., brossura
Traduttore: De Paola G.
Editore: Ponte alle Grazie

Le analisi che Michel Onfray fa in questo libro, fanno riflettere. Molto. Soprattutto le persone che come me, non si sono mai addentrati nel profondo della religione cristiana.
Che qualcosa non vada , lo si percepisce subito , appena ci si accosta e si pongono i primi interrogativi. Perché la figura della donna non è presa in considerazione ? Perché Maria deve essere presentata come Vergine? Perché Gesù Cristo deve essere celibe? Non è il Figlio di Dio fatto Uomo, quindi con pregi e difetti di quest'ultimo? Perché non sancire l'unione tra Uomo e Donna come sacra, donando ai propri fedeli l'immagine di un Gesù Cristo sposato ?
Gli interrogativi sono innumerevoli e andrebbero a riempire le pagine di un intero libro.
Onfray, attraverso la sua conoscenza storica e filosofica, cerca di chiarire e di dare , almeno in parte, risposta ai nostri quesiti.
Le immagini all'interno del volume possono sembrare spinte ad una prima occhiata ma se contestualizzate, servono, a mio avviso, a farci comprendere come abbiamo subito l'influenza cristiana nella nostra crescita morale fino a considerare deplorevoli immagini che , tutto sommato, riguardano la sfera privata di ognuno di noi. E anche attraverso l'uso di queste immagini, comprendiamo come sia ancora una volta la religione cristiana ad uscire sconfitta. La raffigurazione del martirio di Santa Apollonia o quella di San Lorenzo, fanno venire un nodo alla gola, dando inizio ad una lunga riflessione. Immagini che rappresentano il supplizio di uomini come noi vengono 'esaltate' e portate ad esempio da quella stessa Chiesa che condanna l'Eros e la Donna come qualcosa di diabolico. Credo che a questo punto, sia la perversione a fare da padrona nell' “entroterra” cristiano .
La parte più interessante è stata quella dedicata a Khajuraho. Sono dell'idea che in quelle pagine che l'autore dedica alla descrizione dei templi di quella zona, sia racchiusa la verità : la miseria sessuale che attanaglia l'Uomo vittima della Chiesa di San Paolo di Tarso.
Ai più , Khajuraho è famosa per le rappresentazioni sessuali , peccato però, che esse siano il 5 per cento dei bassi rilievi dei templi.
Al di là del credo religioso di ognuno di noi, comunque, l'unica verità che ai miei occhi rimane è quella di Uomo Natura - Natura Uomo, su questo principio si basa la mia etica.
Dissento, quindi, dal rito shivaita che 'promuove' il sesso tra gli esseri senzienti, senza differenze di specie. L'uomo che compie un atto sessuale con una giumenta, è condannabile non dal punto di vista cristiano ma proprio per il principio poc'anzi espresso. Un Uomo procrea attraverso il suo simile, di sesso opposto e non attraverso il semplice accoppiamento, fatto per ottenere un orgasmo che non rispecchia le leggi della Natura. Più ci si discosta dal binomio Uomo Natura e più divengo sfavorevole a qualsiasi interpretazione di sorta.  
Scoprire come l'Eros nel rispetto del proprio compagno sia così solare, può dare una svolta alla propria vita privata ( che poi si riflette nella vita sociale ) e la lettura di Onfray aiuta a carpirne il significato intrinseco, col rischio molto alto però, di stravolgere il messaggio dell'autore ed ottenere risultati negativi dai suoi insegnamenti.
E' un manuale per tutti , da usare con intelligenza altrimenti rischieremmo di avere un effetto speculare alla Chiesa cristiana.

giovedì 5 maggio 2011

UN MORTO DA DIMENTICARE


Vittorio è morto. Il suo corpo è sepolto nel cimitero del suo paese natio, Bulciago . Ed ora non ci resta che dimenticarlo. Questo, perlomeno, è quello che vorrebbe lo Stato italiano ma non è nella nostra indole dimenticare gli eroi. Non possiamo farlo. Amiamo troppo questa Patria e la libertà e i figli d'Italia vanno onorati, ad ogni costo.
Se fossimo un paese a sovranità popolare, avremmo assistito ad una crisi internazionale, avremmo ritirato il nostro ambasciatore a Tel Aviv, avremmo assediato l' ambasciata di Israele e quella dell'ambasciata dell'autorità palestinese durante il sequestro di Arrigoni, richiedendone il rilascio. Se fossimo un paese a sovranità popolare, per l'appunto.
Arrigoni, per il presunto gruppo terroristico salafita, era un agente occidentale, un uomo che 'importava' la corruzione all'interno della società civile di Gaza city. Come lo facesse, non ci è dato saperlo. Semmai, portava a noi occidentali quel sapere che i signori dell'informazione ci negano. E' doveroso ricordare come Vittorio fosse l'unico italiano presente durante l'operazione Piombo fuso avvenuta da dicembre 2008 e terminata il 18 gennaio 2009, infischiandosene dei rischi che correva , pur avendo sulle spalle due carcerazioni di stampo israeliano.
Non ha avuto vita facile Vik contrariamente alla sua morte .
Abbiamo dei quesiti da porre al ministro degli Esteri Frattini sulla tragica fine di questo giovane attivista per i diritti civili. Ci rivolgiamo a lei , caro ministro, perché lei poi possa girare questi interrogativi ad Hamas, l'autorità palestinese in carica.
Perché non è stato rispettato l'ultimatum di 30 ore per il rilascio dell'ostaggio?
Da dove è partita la telefonata anonima che ha rotto il silenzio e ha dato informazioni utili per trovare il nascondiglio del gruppo salafita?
Si è veramente tolto la vita Abu Abdel Rahman Bereitz detto il “giordano” oppure è stato freddato dalla milizia di Hamas? I mezzi di informazione parlano di suicidio ma non sono d'accordo su come è avvenuto. Si è sparato o si è fatto esplodere?
Come mai il medico legale addetto all'autopsia sul corpo di Vittorio ha scoperto per conto proprio che un'autopsia era stata già eseguita a Gaza?
Il suo predecessore, Massimo D'Alema, nel dicembre 2007 portò sul tavolo dell'assemblea generale delle Nazioni Unite la proposta di moratoria sulla pena di morte, ricevendo l'approvazione dell'assemblea generale con 104 voti a favore, 54 contro e 29 astenuti. Fu una votazione storica. Perché, quindi, non interviene in prima persona per fermare la probabile condanna a morte degli esecutori materiali dell'omicidio?
Perché non chiede alle autorità palestinesi che gli interrogatori avvenuti in questi giorni , vengano resi pubblici?
Nessuno del governo ha mosso un dito contro quella stampa che ha gettato fango sulla memoria di Vittorio, un giovane pacifista di 36 anni, italiano, ucciso in terra straniera , dove viveva e lottava per dare diritti ad una popolazione assoggettata al volere israeliano che se ne infischia degli accordi internazionali , gli stessi accordi che lei sottoscrive , caro ministro... Per vedere difesi i diritti dei cittadini italiani bisogna fare parte della sua coalizione ?
Il 4 aprile 2011 è stato freddato Juliano Mer-Khamis , nome che conoscerà senz'altro visto il gran clamore che ha suscitato la sua uccisione. Non esiste una pista comune con la morte di Vittorio?
Entrambi erano invisi a Israele e entrambi usavano l'arma della pace per fare “sognare” una popolazione che vive sotto assedio quotidiano, abbandonata dalla comunità internazionale al suo triste destino.
Perché nessuna alta carica pubblica era presente ai funerali di Vittorio?
Forse tra Ferrero e Arrigoni ci sono differenze che noi non cogliamo?
Con sdegno viviamo il fatto che nessun pennivendolo della carta stampata verrà accusato del reato di “tradimento” perché obbedisce a potenze straniere che lavorano per sovvertire la nostra sovranità.
Con mestizia concludiamo questo articolo, sapendo che nessuno ci darà delle risposte perché Vik è un morto da dimenticare il più in fretta possibile.