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giovedì 5 maggio 2011

UN MORTO DA DIMENTICARE


Vittorio è morto. Il suo corpo è sepolto nel cimitero del suo paese natio, Bulciago . Ed ora non ci resta che dimenticarlo. Questo, perlomeno, è quello che vorrebbe lo Stato italiano ma non è nella nostra indole dimenticare gli eroi. Non possiamo farlo. Amiamo troppo questa Patria e la libertà e i figli d'Italia vanno onorati, ad ogni costo.
Se fossimo un paese a sovranità popolare, avremmo assistito ad una crisi internazionale, avremmo ritirato il nostro ambasciatore a Tel Aviv, avremmo assediato l' ambasciata di Israele e quella dell'ambasciata dell'autorità palestinese durante il sequestro di Arrigoni, richiedendone il rilascio. Se fossimo un paese a sovranità popolare, per l'appunto.
Arrigoni, per il presunto gruppo terroristico salafita, era un agente occidentale, un uomo che 'importava' la corruzione all'interno della società civile di Gaza city. Come lo facesse, non ci è dato saperlo. Semmai, portava a noi occidentali quel sapere che i signori dell'informazione ci negano. E' doveroso ricordare come Vittorio fosse l'unico italiano presente durante l'operazione Piombo fuso avvenuta da dicembre 2008 e terminata il 18 gennaio 2009, infischiandosene dei rischi che correva , pur avendo sulle spalle due carcerazioni di stampo israeliano.
Non ha avuto vita facile Vik contrariamente alla sua morte .
Abbiamo dei quesiti da porre al ministro degli Esteri Frattini sulla tragica fine di questo giovane attivista per i diritti civili. Ci rivolgiamo a lei , caro ministro, perché lei poi possa girare questi interrogativi ad Hamas, l'autorità palestinese in carica.
Perché non è stato rispettato l'ultimatum di 30 ore per il rilascio dell'ostaggio?
Da dove è partita la telefonata anonima che ha rotto il silenzio e ha dato informazioni utili per trovare il nascondiglio del gruppo salafita?
Si è veramente tolto la vita Abu Abdel Rahman Bereitz detto il “giordano” oppure è stato freddato dalla milizia di Hamas? I mezzi di informazione parlano di suicidio ma non sono d'accordo su come è avvenuto. Si è sparato o si è fatto esplodere?
Come mai il medico legale addetto all'autopsia sul corpo di Vittorio ha scoperto per conto proprio che un'autopsia era stata già eseguita a Gaza?
Il suo predecessore, Massimo D'Alema, nel dicembre 2007 portò sul tavolo dell'assemblea generale delle Nazioni Unite la proposta di moratoria sulla pena di morte, ricevendo l'approvazione dell'assemblea generale con 104 voti a favore, 54 contro e 29 astenuti. Fu una votazione storica. Perché, quindi, non interviene in prima persona per fermare la probabile condanna a morte degli esecutori materiali dell'omicidio?
Perché non chiede alle autorità palestinesi che gli interrogatori avvenuti in questi giorni , vengano resi pubblici?
Nessuno del governo ha mosso un dito contro quella stampa che ha gettato fango sulla memoria di Vittorio, un giovane pacifista di 36 anni, italiano, ucciso in terra straniera , dove viveva e lottava per dare diritti ad una popolazione assoggettata al volere israeliano che se ne infischia degli accordi internazionali , gli stessi accordi che lei sottoscrive , caro ministro... Per vedere difesi i diritti dei cittadini italiani bisogna fare parte della sua coalizione ?
Il 4 aprile 2011 è stato freddato Juliano Mer-Khamis , nome che conoscerà senz'altro visto il gran clamore che ha suscitato la sua uccisione. Non esiste una pista comune con la morte di Vittorio?
Entrambi erano invisi a Israele e entrambi usavano l'arma della pace per fare “sognare” una popolazione che vive sotto assedio quotidiano, abbandonata dalla comunità internazionale al suo triste destino.
Perché nessuna alta carica pubblica era presente ai funerali di Vittorio?
Forse tra Ferrero e Arrigoni ci sono differenze che noi non cogliamo?
Con sdegno viviamo il fatto che nessun pennivendolo della carta stampata verrà accusato del reato di “tradimento” perché obbedisce a potenze straniere che lavorano per sovvertire la nostra sovranità.
Con mestizia concludiamo questo articolo, sapendo che nessuno ci darà delle risposte perché Vik è un morto da dimenticare il più in fretta possibile.

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