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domenica 17 luglio 2011

UNA PRIVATA AMMINISTRAZIONE



Siamo a Ravello, piccolo comune della provincia salernitana. Quella che si è consumata domenica 10 luglio non è una semplice beffa, quisquilia degna di questo Governo fantoccio e indegno.
L'Italia intera è stata beffeggiata da un suo rappresentante, tale Renato Brunetta , il quale, dovrebbe avere l'obbligo morale di dimettersi e tornare a vita privata.
L'accaduto , che ha occupato tutte le prime pagine dei giornali , porta con sé tutta la tragicità di questo particolare momento storico.
Nessun protocollo di sicurezza è stato applicato nel paesino di Salerno . Nessuna esigenza superiore , quindi, per spiegare la “burla” del signor ministro.
E a dircelo , è lo stesso Brunetta:
“"Una scelta di cui mi sono convinto mettendo insieme l'amore per Titti e l'amore che nutro per Ravello" .
La frattura tra Governo e Popolo è sempre più ampia , insanabile e sotto gli occhi di tutti.
Non correva nessun rischio la vita del ministro della Pubblica amministrazione . L'unico vero rischio era quello di dover rispondere alle proteste dei precari presenti in piazza (tra di essi anche i rappresentanti del sindacato Coisp -Coordinamento per l’Indipendenza Sindacale delle Forze di Polizia-) e se di risposte non ne ha mai avute, possiamo serenamente accondiscendere che durante “il giorno più bello” della sua vita, non avrebbe interrotto il suo silenzio .
Perché , lui e la sua avvenente moglie, non hanno deciso di convolare a nozze in maniera riservata? Perché non tenere segreto la data e il luogo del matrimonio?
Perché non risparmiare denaro pubblico , tenendo segreto tale evento e senza quindi, dispiegare le forze dell'ordine per nulla?
L'esclusiva del servizio fotografico è stata affidata al settimanale “Chi?” . A maggio , viene resa pubblica la volontà dei due di sposarsi . Possibile che ci sia stata una fuga di notizie ?
Non lo crediamo.
E allora perché questa messa in scena?
Vilipendere il Popolo è il peggior reato che un politico possa commettere, eppure , in Italia, pare che sia divenuta consuetudine.
La rassegnazione è manifesta quotidianamente sui nostri volti mentre il sorriso abbonda sul doppio petto.
E' tempo di dare un calcio alla triste realtà che ci circonda e portare sui loro volti il terrore di sbagliare.


mercoledì 13 luglio 2011

COLPO DI CODA




Arriva il caldo e con esso la voglia di recarsi in luoghi ambiti cresce e porta gli italiani a riversarsi nelle autostrade italiane. Code e code di auto vengono riprese e trasmesse dai telegiornali e giornali nazionali. Gli automobilisti , consapevoli di essere loro stessi parte del problema, sono rassegnati sin dal primo bagaglio caricato in auto. Nessuno , o perlomeno in pochi, notano come questo disservizio dello Stato italiano sia degno di un Paese del Terzo mondo, dove uomini inadeguati siedono ai posti di potere esclusivamente per interessi personali e non nazionali.
Qualcuno obietterà che “ saranno poi fatti loro” se vogliono rimanere ore e ore fermi nel traffico , sotto un sole che porta il termometro sopra i 30 gradi in un batter d' occhio. Il classico errore tutto italiano.
E' diritto di ogni lavoratore poter riposare il fine settimana , magari portando la famiglia al mare per qualche ora , per poi riprendere il ritmo sempre più intenso e stressante della produzione di merce e di mercato che i tempi moderni impongono.
Orari spezzati, una classe operaia sempre più “individualista” e meno “comunitaria”, porta l'operaio e/o l'impiegato italiano del terzo millennio sul baratro oscuro della depressione e dell'esasperazione . Mettere i piedi a molo lungo le nostre spiagge , potrebbe essere un palliativo per l'intera società. Il relax acquisito durante il fine settimana, si ripercuoterebbe nel mondo lavorativo, sociale e privato dell'individuo.
Dopo questa breve analisi psico-fisica del problema, dobbiamo passare ad un'analisi prettamente intrasistematica del trasporto pubblico in Italia.
La soluzione è semplice. Rafforzare la linea ferroviaria dello Stivale.
Qualcuno scriveva che la grandezza di una Nazione si misura dalla sua linea ferroviaria.
E come dargli torto.
Una Nazione degna di questo nome ha l'obbligo di fornire i propri cittadini di mezzi di trasporto adeguati alle loro esigenze. E' insopportabile vedere lo scempio amministrativo che ha portato le nostre stazioni e metrò ad essere, non più un luogo piacevole di incontro tra concittadini , bensì luogo d'incontro dei dannati della terra. Tossicodipendenti , prostitute, omosessuali in vendita. Quello che si presenta di fronte ai nostri occhi quando ci rechiamo in questi posti non è altro che il vero volto della politica nichilista e antisociale d'Italia.
L'articolo però non vuole soffermarsi sul problema poc'anzi citato -risolvibile in poche semplici mosse- ma su un altro : ampliare la linea ferroviaria italiana e recuperare quella già esigente.
Per fare ciò, lo Stato deve tornare ad indossare quei vecchi e polverosi panni dismessi nel 1945 , darsi una sistematina davanti allo specchio, rinfrescare quella faccia scolpita dal tempo e dal malgoverno e rimpossessarsi di uno dei beni più preziosi per lui.
Bisogna investire nella rete ferroviaria. E' in assoluto uno dei punti da portare in testa all'agenda degli anni futuri.
Il 22 giugno 2011, viene resa nota la notizia secondo la quale il Governo investirà 27 miliardi di euro (6 dedicati alla costruzione di nuovi treni) per poter superare la soglia dei 10 miliardi di fatturato.
Ora, sappiamo come certe notizie aiutino durante la fase di privatizzazione di un'azienda pubblica e quindi rimaniamo un po' scettici sui veri risultati dell'operazione annunciata.
Conosciamo anche i diversi motivi per i quali , un'azienda statale , pur divenuta Spa, rimanga interamente sotto l'egida del Governo. Uno dei motivi potrebbe chiamarsi Art.24 oppure più semplicemente agevolazione fiscale .
"L'abrogazione della succitata legge n. 210/1985, conseguente alla trasformazione dell'Ente Ferrovie dello Stato in società per azioni, non opera per tutta la legge, ma soltanto per la disciplina organizzativa in essa contenuta" (1). Ci mancherebbe altro, aggiungiamo noi.
Basta con le code ai caselli , ai disservizi di Autostrade Spa. Vogliamo una linea ferroviaria degna di un Paese industrializzato a misura d'uomo e non a misura di lobby.
E non parliamo dell'inutile e dannosa Tav.
E' tempo di dare un bel colpo di coda prima di perire sotto i colpi di questo Stato assassino.

(1)

venerdì 8 luglio 2011

GIORNO DELLA CONCILIAZIONE



Imperversano per il web -e non solo- i commenti del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, sul ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, Renato Brunetta, durante la conferenza stampa dove difende la sua parte di manovra inserita nella Finanziaria del Governo.
Se qualcuno ancora non lo sapesse , il primo ha dato del cretino al secondo , spalleggiato dal Ragioniere Generale dello Stato, Mario Canzio, dal suo capo di gabinetto Vincenzo Fortunato, dal ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. Non starò ora a citare ogni singolo commento e non descriverò il volto del ministro dell'Economia mentre ascolta le parole di Brunetta.
Questa non è altro che la superficie della questione sulla quale tutti si adagiano e sogghignano per questa mancanza di rispetto tra colleghi.
La questione vera , sommersa da fiumi di commenti e macerie di finto orgoglio , è il contenuto e il particolare momento in cui è avvenuto .
Brunetta, difatti, sta illustrando con vigore una parte della manovra finanziaria che riguarda il pubblico impiego, nella fattispecie il suo potere d'acquisto negli anni a venire, e mentre lo fa, altri del suo stesso governo scoprono le carte , facendo crollare la loro laida azione contro i cittadini. Quanta tragicità dinanzi ai nostri occhi. Sbeffeggiati dai nostri stessi rappresentanti . Fosse avvenuto in un qualsiasi altro Paese, oggi saremmo tutti fuori da Montecitorio a chiedere le dimissioni del Governo. Vi stupite? Non comprendete il motivo?
Invito , allora , ad andare ad ascoltare la conferenza stampa di Brunetta e mettere in secondo piano i commenti dei signori Tremonti, Canzio, Sacconi e Fortunato.
Fatto?
Ora fate ripartire il video e concentratevi . Chiudete gli occhi e aprite bene le orecchie. Associate ciò che dice Brunetta ai commenti dei colleghi. Le dichiarazioni del ministro sono palesemente false . Le sue parole non corrispondono al vero.
In questa Italia dove la falsità la fa da padrona, ancora una volta il Governo mostra il suo volto feroce e privo di umanità ai danni dei contribuenti, dei suoi elettori.
Ma al peggio non si ha mai fine.
L'8 luglio 2011 , difatti, appare come il giorno della Conciliazione :
“I fuori onda non li considero, li considero alla stregua di intercettazioni illegali” afferma il ministro della Pubblica amministrazione e l'innovazione.
Il ministro dello Sviluppo Paolo Romani, difende Brunetta:
“Ha avuto la solidarietà di tutti e tutti andremo al suo matrimonio” .
Sacconi :
“L’episodio della conversazione intercettata la dice lunga sul grado di rispetto della privacy da parte di certa informazione...non si può rubare un frammento di vita e pensare di farne l’espressione consolidata di un rapporto umano o professionale”.
Il Governo ha serrato i ranghi e la possibilità per noi cittadini di colpirli, ci è sfuggita per l'ennesima volta...
Ridiamoci sopra. Una volta in più.