Arriva il caldo e con esso la voglia di recarsi in luoghi ambiti cresce e porta gli italiani a riversarsi nelle autostrade italiane. Code e code di auto vengono riprese e trasmesse dai telegiornali e giornali nazionali. Gli automobilisti , consapevoli di essere loro stessi parte del problema, sono rassegnati sin dal primo bagaglio caricato in auto. Nessuno , o perlomeno in pochi, notano come questo disservizio dello Stato italiano sia degno di un Paese del Terzo mondo, dove uomini inadeguati siedono ai posti di potere esclusivamente per interessi personali e non nazionali.
Qualcuno obietterà che “ saranno poi fatti loro” se vogliono rimanere ore e ore fermi nel traffico , sotto un sole che porta il termometro sopra i 30 gradi in un batter d' occhio. Il classico errore tutto italiano.
E' diritto di ogni lavoratore poter riposare il fine settimana , magari portando la famiglia al mare per qualche ora , per poi riprendere il ritmo sempre più intenso e stressante della produzione di merce e di mercato che i tempi moderni impongono.
Orari spezzati, una classe operaia sempre più “individualista” e meno “comunitaria”, porta l'operaio e/o l'impiegato italiano del terzo millennio sul baratro oscuro della depressione e dell'esasperazione . Mettere i piedi a molo lungo le nostre spiagge , potrebbe essere un palliativo per l'intera società. Il relax acquisito durante il fine settimana, si ripercuoterebbe nel mondo lavorativo, sociale e privato dell'individuo.
Dopo questa breve analisi psico-fisica del problema, dobbiamo passare ad un'analisi prettamente intrasistematica del trasporto pubblico in Italia.
La soluzione è semplice. Rafforzare la linea ferroviaria dello Stivale.
Qualcuno scriveva che la grandezza di una Nazione si misura dalla sua linea ferroviaria.
E come dargli torto.
Una Nazione degna di questo nome ha l'obbligo di fornire i propri cittadini di mezzi di trasporto adeguati alle loro esigenze. E' insopportabile vedere lo scempio amministrativo che ha portato le nostre stazioni e metrò ad essere, non più un luogo piacevole di incontro tra concittadini , bensì luogo d'incontro dei dannati della terra. Tossicodipendenti , prostitute, omosessuali in vendita. Quello che si presenta di fronte ai nostri occhi quando ci rechiamo in questi posti non è altro che il vero volto della politica nichilista e antisociale d'Italia.
L'articolo però non vuole soffermarsi sul problema poc'anzi citato -risolvibile in poche semplici mosse- ma su un altro : ampliare la linea ferroviaria italiana e recuperare quella già esigente.
Per fare ciò, lo Stato deve tornare ad indossare quei vecchi e polverosi panni dismessi nel 1945 , darsi una sistematina davanti allo specchio, rinfrescare quella faccia scolpita dal tempo e dal malgoverno e rimpossessarsi di uno dei beni più preziosi per lui.
Bisogna investire nella rete ferroviaria. E' in assoluto uno dei punti da portare in testa all'agenda degli anni futuri.
Il 22 giugno 2011, viene resa nota la notizia secondo la quale il Governo investirà 27 miliardi di euro (6 dedicati alla costruzione di nuovi treni) per poter superare la soglia dei 10 miliardi di fatturato.
Ora, sappiamo come certe notizie aiutino durante la fase di privatizzazione di un'azienda pubblica e quindi rimaniamo un po' scettici sui veri risultati dell'operazione annunciata.
Conosciamo anche i diversi motivi per i quali , un'azienda statale , pur divenuta Spa, rimanga interamente sotto l'egida del Governo. Uno dei motivi potrebbe chiamarsi Art.24 oppure più semplicemente agevolazione fiscale .
"L'abrogazione della succitata legge n. 210/1985, conseguente alla trasformazione dell'Ente Ferrovie dello Stato in società per azioni, non opera per tutta la legge, ma soltanto per la disciplina organizzativa in essa contenuta" (1). Ci mancherebbe altro, aggiungiamo noi.
Basta con le code ai caselli , ai disservizi di Autostrade Spa. Vogliamo una linea ferroviaria degna di un Paese industrializzato a misura d'uomo e non a misura di lobby.
E non parliamo dell'inutile e dannosa Tav.
E' tempo di dare un bel colpo di coda prima di perire sotto i colpi di questo Stato assassino.
(1)
Un po' intrasistemico, ma concordo, non tanto sul potenziamento della linea ferroviaria, ma sul miglioramento di quella esistente.
RispondiEliminaSono stato recentemente in Portogallo e il trasporto pubblico è inviadiabile sin dalle modalità di erogazione del biglietto!
Idem per in Brasile che è ancora in gra parte un paese del Terzo Mondo.
Ovunque il trasporto pubblico è migliore che da noi.
Certo, c'è anche una scarsa cultura dell'italiano che è un pessimo viaggiatore di mezzi, ma abbinando un po' di diversa educazione civica e un miglioramento oggettivo del servizio sicuramente nell'arco di una generazione le cose cambierebbero.
L'italiano è quel popolo che meglio si adatta ai cambiamenti . Per quanto sia per lui inusuale utilizzare i mezzi pubblici in Italia, diventa 'abile' e 'scaltro' a comprendere la realtà straniera che lo accoglie e, di riflesso, anche il problema 'trasporto pubblico'. Quindi, per me, il problema nasce dal vertice politico che guida un Paese alla deriva come il nostro. Grazie per i commenti, Simone.
RispondiElimina