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giovedì 15 dicembre 2011

BIANCO E NERO


Capita a volte che un evento raro si ripeta nel giro di poco tempo, in luoghi e in circostanze diverse .
Il gesto di un folle che ha ucciso due senegalesi a Firenze e ne ha feriti altri tre ha scosso l'opinione pubblica italiana e estera.
Immediatamente , il “torpore indotto” nel quale il Popolo italiano si crogiola , è sparito . Così , con terrore, ci siamo accorti al nostro risveglio, di vivere in una improbabile provincia di un Sudafrica di lontana memoria.
L'omicida e suicida Gianluca Casseri ha avuto, nella tragedia, un ruolo importante nel riunire sotto un'unica bandiera la comunità senegalese, il sindaco di Firenze e le più alte cariche politiche italiane e senegalesi. Un vessillo formato da mille colori, in un turbinio di convulsioni cromatiche di dubbia bellezza.
Il vessillo che ora garrisce al vento , su questa nostra straziata nazione, è il vessillo dell'ignominia e dell'ipocrisia meschina che non vuole darci tregua, nemmeno dinanzi alla morte .
Colui il quale urla a squarciagola di essere indignato per il gesto isolato di un uomo -non della popolazione di Firenze- , il governo senegalese, dovrebbe indignarsi per la sua politica di totale abbandono dei propri “figli” costretti consenzientemente (l'ossimoro è voluto) a vivere da schiavi e ad incrementare le fila del mondo dello sfruttamento dell'uomo , sino all'annientamento del più elementare diritto: la vita.
Il totale abbandono dello Stato del Senegal dei suoi venditori ambulanti gettati nel mercato nero , è una vergogna difficile da nascondere solo per l'odore nauseabondo che porta con sé. Nemmeno il sangue versato dalle due vittime e dai tre feriti gli è sufficiente a celarla .
Non possono esimersi dalle colpe nemmeno tutti quegli anti razzisti tout court del Bel Paese che difendono lo status quo del senegalese venditore ambulante e tutte quelle donne che si mettono in fila dinanzi al loro telo bianco gettato a terra nelle vie cittadine.
L'acquisto di una borsa di tale manifattura non farà altro che alimentare il fuoco della schiavitù che divora ogni essere vivente. Dietro al sorriso smagliante del venditore, sono nascoste le tenebre senza ritorno dello sfruttamento.
E il disprezzo “inconsapevole” verso la vita altrui di costoro diviene, magicamente, un “consapevole” gesto caritatevole verso i più bisognosi.
A Torino, nel quartiere Continassa, una ragazzina “simula” una violenza sessuale subita da due rom, corredata però da un referto medico che riscontra i segni della violenza (1).
Gli abitanti della zona si organizzano per un corteo di solidarietà che ben presto si trasforma in un attacco al campo rom della Continassa, noto obiettivo della manifestazione, già da qualche ora abbandonato e, evidentemente per questo motivo, non protetto dalla polizia.
La miscela esplosiva che da tempo cova nella zona a causa dei frequenti furti e altri piccoli reati, ha preso vita e arde all'interno del campo nomade.
Le fiamme divampano. L'odio ha preso forma. Una comunità si compatta e lascia che sia l'istinto a prendere il sopravvento.
Ed eccoci pronti ad indossare la toga per poter così sentenziare che la generalizzazione è blasfemia dettata dall'ignoranza , dall'esilio dell'intelletto dagli uomini.
Ma ...un attimo...sentiamo dei rumori, delle voci...provengono da Firenze , dalle sue strade secolari che trasudano arte e bellezza. Sono urla rabbiose, di uomini circondati da un'imponente servizio di polizia intervenuto a contenere la loro rabbia , che hanno visto assassinare due loro connazionali da un folle . Un pazzo. Di origine italiana...le parole scandite a gran voce ci assordano e assediano le nostre menti: “Italiani...Vergogna...Razzisti” mentre le toghe vengono riposte negli armadi...




mercoledì 30 novembre 2011

DITTATURA DELLE MINORANZE.


Il nostro presente è caratterizzato dal sovvertimento dell'Ordine naturale della società . Non è più il Popolo ad imporre la sua sovranità , bensì un gruppo apolide che ha disposizione immense ricchezze con le quali compra ogni cosa, compresa la libertà dell'individuo .
Dal XX secolo sino ad arrivare ai giorni nostri, abbiamo assistito allo scempio della sovranità popolare . Popoli fieri annientati prima dal loro interno e, poco dopo, dalle truppe mercenarie dell'Imperialismo occidentale.
L'attacco interno per destabilizzare il Potere in un determinato Paese, viene portato avanti dai vari gruppi di opposizione .
Rappresentare la minoranza, porta con sé sentimenti negativi, di rancore e di odio verso la “massa” .
La minoranza (sia essa etnica, religiosa o politica) caratterizzata dalla cieca cupidigia di gloria e di riscatto, attende impazientemente , illudendosi, il momento opportuno per poter iniziare il cammino che la porterà a sedersi sul “trono” della Nazione.
Queste minoranze, desiderose di ricchezze e potere, per l'Impero occidentale, diventano il primo mezzo per minare la stabilità dello Stato sovrano ed imporre la Plutocrazia.
Sovvenzionare i “ribelli” e dare inizio ad una campagna diffamatoria del “Regime” è il primo passaggio da seguire per la colonizzazione della terra finita nel mirino dell'élite finanziaria globale.
Il secondo passo, è l' “abuso” dell'ormai deflorata difesa dei diritti umani. Attraverso questo movimento , di origini nobili, si celano i peggiori criminali che la Storia ricordi.
Uomini che senza esitazione alcuna, si macchiano di crimini orrendi; imputandoli, una volta terminata la “guerra”, al Capo di Stato deposto. Nel frattempo, ufficiosamente , danno inizio ad una “selezione innaturale” della popolazione, attraverso rappresaglie rivolte contro chi, in precedenza, rappresentava o sosteneva il potere politico del Paese. Una “selezione della specie” che non dà scampo al futuro della Nazione. Uomini, donne e bambini vengono trucidati in nome della Democrazia e della Libertà “riacquistata”.
Per legittimare tutto questo, hanno istruito persino un tribunale, per donare una parvenza di legalità e per fare tacere la fazione perdente dinanzi al pubblico internazionale.
Non sempre , però , la “Dittatura delle minoranze” presuppone un attacco militare imminente. Nell'Occidente democratico, la risonanza data alle minoranze , è utile ai soli fini di mantenere l' ordine pubblico, per fare sì che nulla cambi nel tempo e che nelle alte sfere della società , i sonni siano tranquilli.
In altri Paesi , dove l'influenza imperialista è forte , le minoranze in “ebollizione” servono da monito ai capi di Governo , a ricordargli quale è il comportamento da tenere (in politica estera e interna) e quali sono gli “amici” da tenere vicino .
In quelle nazioni dove l'Occidente stenta a penetrare , vengono elargite “donazioni” atte a sovvenzionare le minoranze , pronte a proteste di piazza eclatanti e sanguinose.
Il Potere Occidentale si presenta ai nostri occhi come una “tela del ragno” che non conosce confini . Essa copre i quattro angoli del Pianeta e solo attraverso un'azione di informazione di “massa per la massa”, saremo in grado di rompere i fili che la compongono.
Attraverso il Sacro Ordine, l'unica vera arma contro il Caos di quest'Era così concitata e sanguinaria, potremo riacquistare la Libertà .
Il nostro compito è generare una coscienza rivoluzionaria e un entusiasmo combattivo per far sì che il Popolo , una massa ancora assopita, si mobiliti e si metta in marcia contro i veri detentori del nostro vivere quotidiano.
Le minoranze allora , se rispettose dei dogmi della società in cui vivono, potranno sedersi al “tavolo” di Governo, argomentando i loro dissapori e i loro progetti, concorrendo così al consolidamento della Nazione e alla costruzione della nuova società , armoniosamente.
Se , le minoranze, decidessero di opporre resistenza attiva , attraverso azioni di sabotaggio e/o di infiltrazione straniera, avranno l'obbligo di lasciare il Suolo da loro tradito e vivere in esilio in lidi abituati ad accogliere fecciume del genere.
Il cosiddetto 1% che governa il mondo vedrà , così, sottrarsi una delle armi di maggior successo utilizzate sino ad oggi e sarà costretto ad abbandonare le tenebre che lo circondano , mostrando tutta la sua acredine e spietatezza nei nostri confronti. Noi, esclusivamente abituati al suo odore acre e disgustoso, avremo la possibilità -per la prima e ultima volta- di fissarlo negli occhi , poco prima di posare la nostra lancia nel suo cuore, donando, con la sua morte, pace e libertà ai popoli della Terra.

domenica 16 ottobre 2011

RAGION DI STATO



Poco dopo le 9.00 del 16 marzo 1978. Roma.
Via Fani , incrocio via Stresa.
Aldo Moro viene sequestrato da un commando delle Brigate Rosse .
Cinque uomini rimangono a terra : il Maresciallo dei Carabinieri Oreste Leonardi, l’appuntato Domenico Ricci, il Brigadiere Francesco Zizzi, l’agente Raffaele Jozzino e l’agente Giuliano Rivera. Sono gli uomini della scorta.
Il presidente della Dc, Aldo Moro, verrà ritrovato 55 giorni dopo , il 9 maggio, nel quartiere ebraico di Roma, in via Caetani, all'interno di una Renault rossa.
Durante il periodo del sequestro, il presidente della Dc, scrisse decine di lettere intestate ai familiari, al clero e a eminenze grige della politica italiana. Moro , con insistenza quasi paranoica, invitava i suoi referenti, ad accettare lo scambio chiesto dalle Br. La sua persona in cambio della libertà , fuori confine, di diversi detenuti politici. Tredici per l'esattezza.
Di quello scambio, come tutti sappiamo, non si fece nulla.
Uno Stato, ci hanno raccontato più volte, non può piegarsi dinanzi alle richieste di terroristi, anche se la vita in gioco, è di un personaggio di spicco della politica nazionale.
Sono trascorsi più di trent'anni dal fatidico giorno del ritrovamento del corpo senza vita di Aldo Moro e la nostra attenzione si sposta in Palestina, dove stiamo assistendo ad un evento storico per quella terra e non solo.
Dopo cinque anni di prigionia, il soldato Gilad Shalit , verrà liberato da Hamas.
La mediazione dell'Egitto ha avuto esito positivo e nei prossimi giorni, avverrà lo scambio di prigionieri. Sì, nel 2011, in pieno allarme terrorismo, Israele raggiunge un accordo con Hamas, considerata dall'Occidente, alla stregua di gruppo terroristico e quindi pericoloso per la popolazione civile e la democrazia occidentale.
Un soldato di 24 anni in cambio di 1.027 prigionieri palestinesi, rei di aver commesso, secondo lo stato di Israele, reati di stampo terroristico (dalla lista , sono esclusi coloro i quali si sono macchiati di crimini comuni).
Secondo l’organizzazione israeliana per i diritti umani “B’Tselem”, ad agosto 2011, sono 5.204 i palestinesi detenuti nelle carceri israeliane per crimini comuni o legati alla sicurezza.
272 è il numero di detenuti in “detenzione amministrativa”, cioè, in carcere senza accusa e senza processo (il periodo di detenzione raggiunge i 6 mesi, rinnovabile senza limiti di tempo).
176 sono minorenni. La maggiore età, badate bene, nei territori palestinesi , si raggiunge a 16 anni.
(Dal 3 ottobre dell'anno in corso, le cose sono cambiate e anche per i palestinesi, come per gli israeliani, la maggiore età si raggiunge a 18 anni ).
Detto questo, va riportato la notizia che tra i prigionieri che verranno rilasciati, secondo il quotidiano israeliano “Haaretz”, ci saranno 280 palestinesi condannati all’ergastolo, tra cui i condannati per :l’attentato al ristorante Sbarro di Gerusalemme (2001); il rapimento di Nachshon Wachsman (1994) e l’attacco all’autobus 405 a Tel Aviv (1989).
Chiunque, sano di mente, avrebbe rifiutato uno scambio così sfavorevole al suo popolo e al suo territorio.
Chiunque, tra gli alleati di Israele , avrebbe dovuto intervenire per far cadere nell'oblio questo accordo.
Gli Stati uniti, i primi a promettere il veto sulla possibilità di riconoscere lo stato palestinese in seno all'Onu, tacciono. E così, tutti gli altri.
Cosa sta avvenendo realmente ? Quali scenari si prospetteranno per il futuro?
Una delle più grandi democrazie occidentali (a detta dei mass media) sta per rilasciare più di mille “terroristi” in cambio di un solo suo militare.
Ma, il silenzio incombe...
Le nostre lancette tornano indietro nel tempo...
Il 22 maggio 1967, si svolge una riunione fra il presidente del Consiglio Aldo Moro, il ministro degli Esteri Amintore Fanfani, il vice presidente del Consiglio Pietro Nenni e il ministro della Giustizia Oronzo Reale . La riunione è improntata sul tema scottante del prossimo conflitto arabo-israeliano , che vedrà Israele impegnata in una guerra lampo (la guerra dei sei giorni) al fine di sottrarre terre all'Egitto , alla Giordania e alla Siria.
Fra i presenti, però, c'è un'anomalia: la presenza del ministro di Giustizia , Oronzo Reale.
Che voce abbia in politica estera, un ministro di Giustizia, non c'è dato saperlo; tuttavia, la sua appartenenza al Partito repubblicano , rende luce ai lumi della ragione.
Il Partito repubblicano , difatti, si può considerare a tutti gli effetti, la “quinta colonna” di Israele in Italia e la presenza di Reale ad una riunione così delicata, è indispensabile per non fare pendere la bilancia verso i paesi arabi.
A livello europeo, il 9 giugno di quello stesso anno, assistiamo alla chiusura dei rapporti diplomatici tra i paesi comunisti (tranne la Romania) e Israele. Per tutta risposta, l'Italia, a luglio, designa capo di Stato maggiore dell'Arma dei carabinieri, Arnaldo Ferrara, di origine ebraica e fratello di un parlamentare repubblicano.
La stabilità pare essere raggiunta.
Per sicurezza, qualcuno ha pensato bene di lasciare Arnaldo Ferrara capo di Stato maggiore dell'Arma dei carabinieri per dieci lunghi anni quando, tale carica, è di due soli anni.
Con lui a ricoprire una carica così prestigiosa , Israele può dormire sonni tranquilli .
Gli anni scorrono e giungiamo alla fuga del tenente colonnello Herbert Kappler, condannato all'ergastolo per le fucilazioni avvenute alle Fosse Ardeatine, il 24 marzo 1944.
L'Italia è attanagliata da gravi problemi economici e per ottenere aiuti dalla Germania occidentale, tra le varie clausole, c'è la consegna di Kappler, già in libertà condizionale (segno di “benevolenza” da parte del governo Moro che lo considerò “prigioniero di guerra” il 12 marzo 1976 con decreto del ministro della Difesa Forlani) ma sotto sorveglianza all'ospedale del Celio, perché malato terminale di tumore.
Quell'uomo deve morire in Patria se l'Italia vuole ricevere quel prestito tanto agognato ma con Ferrara al suo posto, ciò è impossibile.
Ecco quindi l'intervento del comandante dell'Arma dei carabinieri, generale Enrico Mino che , a luglio 1977, decide la sospensione di Ferrara e porterà il generale De Sena a prendere il suo posto l'8 agosto .
L'Italia di allora non era in grado di fare fronte all'ira della comunità ebraica italiana e ad Israele, di conseguenza , per ovviare al problema e rispettare una delle clausole che la separava dal prestito , dovette escogitare una fuga “da barzelletta ”.
E così, come tutti sanno , il 15 agosto del 1977, Herbert Kappler uscì con la moglie dall'ospedale militare del Celio e poté tornare in Germania per passare l'ultimo periodo di vita da uomo libero.
Nei mesi successivi , si vide abbattersi sull'Italia, la maledizione della stella di David.
Il 31 ottobre 1977 ,sull'altopiano della Sila, l'elicottero sul quale sta viaggiando il comandante generale dell'Arma dei carabinieri Enrico Mino insieme al colonnello Francesco Friscia, al tenente colonnello Luigi Vilardo, al comandante del Centro elicotteri di Pratica di Mare, Francesco Sirimarco, al tenente Francesco Cerasoli e al brigadiere Costantino Di Fede , esplode in volo . Nessun superstite.
Sempre nello stesso mese, ottobre '77, le Br iniziano a pedinare Aldo Moro. Un altro colpevole della fuga di Kappler. Forse il vero organizzatore.
Le Br non sono più quelle di Curcio e Franceschini bensì quelle di Moretti quel Mario Moretti che, in un sequestro lampo datato 28 giugno 1973, ai danni dell'ingegnere dell'Alfa Romeo , Michele Mincuzzi, disegnò alle spalle del sequestrato, una stella a sei punte. Un errore, a detta sua. Per altri , un messaggio.
Mario Moretti diviene leader del gruppo Brigate rosse per due motivi: fortuite coincidenze (i fondatori vengono arrestati) e per il suo curriculum scritto col sangue delle sue numerose vittime.
E' lui l'uomo scelto dal 'destino' per porgere il conto a Moro .
Abbiamo così assistito alla morte di uno statista italiano perché la Dc e l'intero arco costituzionale, eccezion fatta per i pochi parlamentari che cercarono di andare contro corrente, non vollero ufficialmente accettare lo scambio di prigionieri, scendere cioè a patti coi terroristi.
Dopo tre decenni , abbiamo la certezza di quanto fosse pretestuosa quella motivazione.
Depistaggi, silenzi (in primis quello di Moretti e delle Br), racconti fantasiosi hanno portato l'Italia negli abissi della Storia, l'han portata ad accettare la perdita della sua sovranità per accettare la sudditanza allo straniero.
Israele, come il suo Dio Yhwh, è spietatamente vendicativo .
Non dà pace ai suoi nemici. Dagli omicidi mirati come quello di Al Mabhouh all'hotel “Bustana Rotana” a Dubai avvenuto nel gennaio 2010, a stragi di civili come l' “operazione piombo fuso”, passando per torture e vessazioni nei territori occupati, fino ad arrivare ai cacciatori di teste di ex nazisti ultra ottantenni.
Lo stato di Israele tesse e tesserà in continuazione la sua tela. A volte fa sì che il suo nome non trapeli , come ad esempio nell'omicidio di Vittorio Arrigoni, altre volte per celare i crimini contro l'umanità da esso perpetrati, si cela dietro a termini come “difesa” o “prevenzione”.
Per fare un esempio, durante l'operazione “Piombo fuso”, vera e propria pulizia etnica, sono morti 1.387 palestinesi. 773 erano civili che non presero parte al conflitto. Di questi, 320 erano minorenni e 111 le donne.
Delle altre 614 vittime solo 330 hanno preso parte alle ostilità, mentre 248 erano agenti della polizia palestinese, uccisi per lo più nel corso dei bombardamenti delle caserme compiuti durante il primo giorno dell’offensiva israeliana” secondo B’Tselem . Questi numeri non sono paragonabili alle perdite di Israele: nove , “tre civili e un agente della sicurezza uccisi dai razzi palestinesi lanciati da Gaza, a cui vanno aggiunti cinque soldati morti nei combattimenti nella Striscia”, sempre secondo B'Tselem.
Le armi a disposizione di Israele sono molteplici e, tra esse, troviamo la propaganda che volutamente vuole far passare Israele come esempio di democrazia e di civiltà. Ne è esempio questo ultimo “scambio di prigionieri” , l'ottavo dal '74 a oggi.
Mentre per i suoi alleati , non è possibile decidere liberamente , Israele può permettersi la libertà di fare ciò che desidera, in barba alle leggi internazionali e ai rapporti diplomatici.
Tra pochi giorni , uomini e donne palestinesi verranno rimessi in libertà lasciandosi alle spalle le carceri israeliane, dove hanno visto calpestati e violentati i loro diritti solo perché nati in una terra che Israele vuole sua.
Ancora una volta, questo stato terrorista dimostra il suo cinismo e la sua smania di grandezza, ponendo sullo stesso piano 1027 combattenti per la libertà con un giovane servitore del sionismo internazionale.
Quanto vale la vita di un palestinese per la comunità internazionale ? Una 1027ima parte di Gilad Shalit. Un militare sequestrato all'età di 19 anni. Eccovi la risposta.
Mai uno scambio è stato così degradante per un popolo.
Chi ha messo piede nelle carceri israeliane da innocente, non potrà non covare dentro di sé sete di vendetta. La voglia di riscatto e di una seconda possibilità per chi è entrato da “colpevole” non mancheranno di certo .
La scelta dello scambio di prigionieri avviene nel periodo nel quale il presidente palestinese , Abu Mazen, presenta la richiesta ufficiale del riconoscimento dello stato palestinese all'Onu.
Israele vuole “stracciare” la richiesta , teme che il veto americano non sia sufficiente e sfodera una delle sue ultime carte: alimentare la resistenza palestinese, rimettendo in libertà uomini e donne che, una volta liberi, vedranno la propria terra distrutta e saccheggiata dai coloni israeliani .
Stanno gettando benzina su un fuoco che lentamente si sta spegnendo pensando così di poter definitivamente debellarlo con un intervento militare casa per casa, legittimandosi dinanzi alla comunità internazionale.
Il meccanismo è entrato in funzione ma possiamo ancora arrestarlo, cercando di isolare lo stato ebraico, sanzionandolo per i crimini commessi; donando così vera pace ai palestinesi e a chi , tra di loro, si è visto derubare la propria vita da una cricca di criminali appoggiata dall'Occidente imperialista.





domenica 25 settembre 2011

LIBRO E MOSCHETTO




Il titolo trae in inganno. Trae in inganno quegli uomini di destra, i cosiddetti “reduci del reducismo” , l'espressione umana più effimera di un tempo morto e sepolto alla benemeglio a cui, non è mai stata data degna sepoltura. Immaginiamo il loro sorriso compiaciuto, a rigonfiar il petto , quando i loro occhi si sono posati su questo titolo. No, non ci rivolgiamo a loro in quanto 'camerati' ma ci rivolgiamo a loro in quanto cittadini di una Patria alla ricerca disperata dei suoi figli .
Mentre lasciamo che lo stupore se ne impossessi , volgiamo ora la nostra parola a coloro i quali, trovatisi un titolo che ricorda l' odiato motto mussoliniano , sbarrano gli occhi e , increduli, stanno per chiudere questo misero blog.
Fermi. Non lasciate che l'ipocrisia scolastica intra-sistematica , prenda il sopravvento, riflettete : non c'è rivoluzione che non punti all'istruzione di ogni classe sociale e alla sua formazione “militare” . Concetto superiore,che sfugge alla paternità di qualsiasi idioma politico. Russia, Italia, Germania, Cina e Cuba ne hanno fatto la loro bandiera. Solo chi, come Stati uniti e Inghilterra, hanno al potere una cricca di delinquenti mondialisti, può volere la fine di tale concetto , cercando di distruggerlo dall'interno , prima e , in seguito, attraverso una guerra vigliacca e infame preannunciata da “sanzioni democratiche”.
La visione globale della Storia non dà che una risposta : il cittadino perfetto è colui il quale detiene nella mano sinistra il libro e nell'altra, il moschetto.
Non vi è stata rivoluzione culturale che non abbia avuto bisogno di essere difesa con le armi .
E quanto è deprecabile la cieca violenza fine a sé stessa? Così non è se la violenza è un utile mezzo di riequilibrio sociale , di riassetto .
Alla fine del secondo conflitto mondiale, la plutocrazia internazionale pensò bene di scindere questi due elementi fondamentali per noi cittadini.
A sinistra ci siamo trovate le battaglie sociali appartenute al Fascismo (come ad esempio la lotta alla mafia, la tutela del lavoratore...) e a destra, il bieco squadrismo anticomunista. Da un lato il “libro” e dall'altro il “moschetto”, appunto. Scissi, i due elementi, hanno portato alle tragiche conseguenze che noi tutti sappiamo e vediamo ancora oggi .
Tocca a noi ricongiungerli e dare vita ad una nuova azione politica., prorompente e inarrestabile.
In una società dove nani e ballerine fanno delle loro scorribande notturne notizie da prima pagina, la protesta deve divenire uragano. Una forza di idee in sinergia e di cittadini uniti sotto un'unica bandiera , culturalmente preparati , può spazzare via il marciume che ci circonda e potremo così scrivere sul bianco del tricolore, la parola ONORE.

lunedì 22 agosto 2011

TEMPI MODERNI

Ero solito pensare che, una delle riminiscenze più ripudiate dal Popolo italiano della dittatura fascista, era la 'tessera' del Pnf. Così, perlomeno, la cantilena ripetuta più e più volte nelle aule di scuola , recitava.
Eppure, oggi, chi si reca al supermercato di fiducia, non dona il suo ribrezzo all'uso della sua carta fedeltà, anzi, con sorriso accondiscendente , risponde alla cassiera che “ovviamente” è in possesso della suddetta e gliela pone, mostrandosi soddisfatto di questa sua appartenenza al “marchio di famiglia”.
Naturalmente, il cittadino comune, è solito avere più di un supermercato come meta , perché da consumatore consapevole, attento ai suoi acquisti, si muove con abilità innata in mezzo alla giungla del tanto acclamato “libero mercato”. Dopotutto , l'istinto di sopravvivenza vince ogni cosa. E così, da una tessera passiamo a due, tre in un batter di ciglio...
Reputavo che quella tessera indigesta a molti nel dopoguerra, non era altro che un misero tentativo di distinguere coloro i quali partecipavano alla vita pubblica della Nazione, che , accondiscendendo alle leggi di un Governo forte, risoluto e a volte violento; erano parti integranti di un Sistema che concorreva , nei suoi palesati intenti , al benessere della società stessa, dei suoi cittadini. Alla fin fine , a dirla tutta, molti oppositori del 'regime' di Mussolini se ne andarono in esilio, posti fuori dai confini , lontani da quella 'tessera' che tanto odorava di dittatura.
E se una portava puzza di regime ...

domenica 17 luglio 2011

UNA PRIVATA AMMINISTRAZIONE



Siamo a Ravello, piccolo comune della provincia salernitana. Quella che si è consumata domenica 10 luglio non è una semplice beffa, quisquilia degna di questo Governo fantoccio e indegno.
L'Italia intera è stata beffeggiata da un suo rappresentante, tale Renato Brunetta , il quale, dovrebbe avere l'obbligo morale di dimettersi e tornare a vita privata.
L'accaduto , che ha occupato tutte le prime pagine dei giornali , porta con sé tutta la tragicità di questo particolare momento storico.
Nessun protocollo di sicurezza è stato applicato nel paesino di Salerno . Nessuna esigenza superiore , quindi, per spiegare la “burla” del signor ministro.
E a dircelo , è lo stesso Brunetta:
“"Una scelta di cui mi sono convinto mettendo insieme l'amore per Titti e l'amore che nutro per Ravello" .
La frattura tra Governo e Popolo è sempre più ampia , insanabile e sotto gli occhi di tutti.
Non correva nessun rischio la vita del ministro della Pubblica amministrazione . L'unico vero rischio era quello di dover rispondere alle proteste dei precari presenti in piazza (tra di essi anche i rappresentanti del sindacato Coisp -Coordinamento per l’Indipendenza Sindacale delle Forze di Polizia-) e se di risposte non ne ha mai avute, possiamo serenamente accondiscendere che durante “il giorno più bello” della sua vita, non avrebbe interrotto il suo silenzio .
Perché , lui e la sua avvenente moglie, non hanno deciso di convolare a nozze in maniera riservata? Perché non tenere segreto la data e il luogo del matrimonio?
Perché non risparmiare denaro pubblico , tenendo segreto tale evento e senza quindi, dispiegare le forze dell'ordine per nulla?
L'esclusiva del servizio fotografico è stata affidata al settimanale “Chi?” . A maggio , viene resa pubblica la volontà dei due di sposarsi . Possibile che ci sia stata una fuga di notizie ?
Non lo crediamo.
E allora perché questa messa in scena?
Vilipendere il Popolo è il peggior reato che un politico possa commettere, eppure , in Italia, pare che sia divenuta consuetudine.
La rassegnazione è manifesta quotidianamente sui nostri volti mentre il sorriso abbonda sul doppio petto.
E' tempo di dare un calcio alla triste realtà che ci circonda e portare sui loro volti il terrore di sbagliare.


mercoledì 13 luglio 2011

COLPO DI CODA




Arriva il caldo e con esso la voglia di recarsi in luoghi ambiti cresce e porta gli italiani a riversarsi nelle autostrade italiane. Code e code di auto vengono riprese e trasmesse dai telegiornali e giornali nazionali. Gli automobilisti , consapevoli di essere loro stessi parte del problema, sono rassegnati sin dal primo bagaglio caricato in auto. Nessuno , o perlomeno in pochi, notano come questo disservizio dello Stato italiano sia degno di un Paese del Terzo mondo, dove uomini inadeguati siedono ai posti di potere esclusivamente per interessi personali e non nazionali.
Qualcuno obietterà che “ saranno poi fatti loro” se vogliono rimanere ore e ore fermi nel traffico , sotto un sole che porta il termometro sopra i 30 gradi in un batter d' occhio. Il classico errore tutto italiano.
E' diritto di ogni lavoratore poter riposare il fine settimana , magari portando la famiglia al mare per qualche ora , per poi riprendere il ritmo sempre più intenso e stressante della produzione di merce e di mercato che i tempi moderni impongono.
Orari spezzati, una classe operaia sempre più “individualista” e meno “comunitaria”, porta l'operaio e/o l'impiegato italiano del terzo millennio sul baratro oscuro della depressione e dell'esasperazione . Mettere i piedi a molo lungo le nostre spiagge , potrebbe essere un palliativo per l'intera società. Il relax acquisito durante il fine settimana, si ripercuoterebbe nel mondo lavorativo, sociale e privato dell'individuo.
Dopo questa breve analisi psico-fisica del problema, dobbiamo passare ad un'analisi prettamente intrasistematica del trasporto pubblico in Italia.
La soluzione è semplice. Rafforzare la linea ferroviaria dello Stivale.
Qualcuno scriveva che la grandezza di una Nazione si misura dalla sua linea ferroviaria.
E come dargli torto.
Una Nazione degna di questo nome ha l'obbligo di fornire i propri cittadini di mezzi di trasporto adeguati alle loro esigenze. E' insopportabile vedere lo scempio amministrativo che ha portato le nostre stazioni e metrò ad essere, non più un luogo piacevole di incontro tra concittadini , bensì luogo d'incontro dei dannati della terra. Tossicodipendenti , prostitute, omosessuali in vendita. Quello che si presenta di fronte ai nostri occhi quando ci rechiamo in questi posti non è altro che il vero volto della politica nichilista e antisociale d'Italia.
L'articolo però non vuole soffermarsi sul problema poc'anzi citato -risolvibile in poche semplici mosse- ma su un altro : ampliare la linea ferroviaria italiana e recuperare quella già esigente.
Per fare ciò, lo Stato deve tornare ad indossare quei vecchi e polverosi panni dismessi nel 1945 , darsi una sistematina davanti allo specchio, rinfrescare quella faccia scolpita dal tempo e dal malgoverno e rimpossessarsi di uno dei beni più preziosi per lui.
Bisogna investire nella rete ferroviaria. E' in assoluto uno dei punti da portare in testa all'agenda degli anni futuri.
Il 22 giugno 2011, viene resa nota la notizia secondo la quale il Governo investirà 27 miliardi di euro (6 dedicati alla costruzione di nuovi treni) per poter superare la soglia dei 10 miliardi di fatturato.
Ora, sappiamo come certe notizie aiutino durante la fase di privatizzazione di un'azienda pubblica e quindi rimaniamo un po' scettici sui veri risultati dell'operazione annunciata.
Conosciamo anche i diversi motivi per i quali , un'azienda statale , pur divenuta Spa, rimanga interamente sotto l'egida del Governo. Uno dei motivi potrebbe chiamarsi Art.24 oppure più semplicemente agevolazione fiscale .
"L'abrogazione della succitata legge n. 210/1985, conseguente alla trasformazione dell'Ente Ferrovie dello Stato in società per azioni, non opera per tutta la legge, ma soltanto per la disciplina organizzativa in essa contenuta" (1). Ci mancherebbe altro, aggiungiamo noi.
Basta con le code ai caselli , ai disservizi di Autostrade Spa. Vogliamo una linea ferroviaria degna di un Paese industrializzato a misura d'uomo e non a misura di lobby.
E non parliamo dell'inutile e dannosa Tav.
E' tempo di dare un bel colpo di coda prima di perire sotto i colpi di questo Stato assassino.

(1)

venerdì 8 luglio 2011

GIORNO DELLA CONCILIAZIONE



Imperversano per il web -e non solo- i commenti del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, sul ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, Renato Brunetta, durante la conferenza stampa dove difende la sua parte di manovra inserita nella Finanziaria del Governo.
Se qualcuno ancora non lo sapesse , il primo ha dato del cretino al secondo , spalleggiato dal Ragioniere Generale dello Stato, Mario Canzio, dal suo capo di gabinetto Vincenzo Fortunato, dal ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. Non starò ora a citare ogni singolo commento e non descriverò il volto del ministro dell'Economia mentre ascolta le parole di Brunetta.
Questa non è altro che la superficie della questione sulla quale tutti si adagiano e sogghignano per questa mancanza di rispetto tra colleghi.
La questione vera , sommersa da fiumi di commenti e macerie di finto orgoglio , è il contenuto e il particolare momento in cui è avvenuto .
Brunetta, difatti, sta illustrando con vigore una parte della manovra finanziaria che riguarda il pubblico impiego, nella fattispecie il suo potere d'acquisto negli anni a venire, e mentre lo fa, altri del suo stesso governo scoprono le carte , facendo crollare la loro laida azione contro i cittadini. Quanta tragicità dinanzi ai nostri occhi. Sbeffeggiati dai nostri stessi rappresentanti . Fosse avvenuto in un qualsiasi altro Paese, oggi saremmo tutti fuori da Montecitorio a chiedere le dimissioni del Governo. Vi stupite? Non comprendete il motivo?
Invito , allora , ad andare ad ascoltare la conferenza stampa di Brunetta e mettere in secondo piano i commenti dei signori Tremonti, Canzio, Sacconi e Fortunato.
Fatto?
Ora fate ripartire il video e concentratevi . Chiudete gli occhi e aprite bene le orecchie. Associate ciò che dice Brunetta ai commenti dei colleghi. Le dichiarazioni del ministro sono palesemente false . Le sue parole non corrispondono al vero.
In questa Italia dove la falsità la fa da padrona, ancora una volta il Governo mostra il suo volto feroce e privo di umanità ai danni dei contribuenti, dei suoi elettori.
Ma al peggio non si ha mai fine.
L'8 luglio 2011 , difatti, appare come il giorno della Conciliazione :
“I fuori onda non li considero, li considero alla stregua di intercettazioni illegali” afferma il ministro della Pubblica amministrazione e l'innovazione.
Il ministro dello Sviluppo Paolo Romani, difende Brunetta:
“Ha avuto la solidarietà di tutti e tutti andremo al suo matrimonio” .
Sacconi :
“L’episodio della conversazione intercettata la dice lunga sul grado di rispetto della privacy da parte di certa informazione...non si può rubare un frammento di vita e pensare di farne l’espressione consolidata di un rapporto umano o professionale”.
Il Governo ha serrato i ranghi e la possibilità per noi cittadini di colpirli, ci è sfuggita per l'ennesima volta...
Ridiamoci sopra. Una volta in più.

domenica 5 giugno 2011

BRICIOLE DI MEMORIA



Nel crepitio di quest'epoca si ode la pretesa di taluni di ricordare solo i loro morti. Una pretesa che vedrà prendere forma cementizia a Milano .
Il “Memoriale della Shoa” sorgerà in corrispondenza del Binario 21 della stazione Centrale.
L'ex sindaco uscente , Letizia Moratti ha così commentato la sovvenzione di 500 mila euro da parte di Palazzo Marino :
«Per noi la realizzazione del Memoriale è un impegno che vogliamo mantenere … deve diventare un luogo vivo, di ricordo e di incontro, perché anche i più giovani comprendano le devastanti motivazioni che portarono all'Olocausto» .
Non è altro che l'ennesima falsità della politica . Un cancro che attanaglia il particolare periodo storico nel quale stiamo “soprav”vivendo è proprio lo stupro delle parole. Una violenza psicologica che non può portare altro che dolore e ira nelle menti libere del nostro Paese. Come può un luogo di “parte” divenire punto di incontro?
Il “Memoriale della Shoa” non è altro che l'ennesima irrisione verso chi ha versato il suo Sangue durante il Secondo conflitto mondiale. Ricordare 6 milioni di persone a fronte delle 70 milioni che hanno perso la vita ha del ridicolo. E' azione improba la loro che non vede opposizioni di nessun genere. Se di opposizione non vediamo traccia, al contrario, le sovvenzioni non mancano. In un'era dove il precariato uccide e gli istituti di “debito” dissanguano a cuore battente i cittadini, c'è chi ha agio di agire come gli pare , come meglio crede, certo del sostegno delle amministrazioni “pubbliche” e di un governo a loro chino.
Mentre i lavori al Binario 21 vanno avanti, dal 12 al 23 giugno in piazza Duomo, sarà in scena una manifestazione di promozione di Israele nel mondo , lanciata dal primo ministro Netanyahu, che porta il titolo “Israele che non ti aspetti” .
Nessuna carica istituzionale ha opposto il suo veto , nessun porporato ha tuonato contro l'occupazione di tale piazza. Nessuno.
Tutti in tacito ascolto dinanzi al despota di Sion.

mercoledì 18 maggio 2011

VIAGGIO SENZA RITORNO


Le immagini che ci giungono dal viaggio del nostro presidente della Repubblica non sono affatto rassicuranti, men che meno le dichiarazioni delle due più alte cariche di Israele e Italia. I motivi sono molteplici e sono sotto gli occhi di tutti. Un'alleanza con lo stato di Israele, oltre che essere del tutto sbagliata diviene pericolosa per tutti i cittadini italiani. Il Mediterraneo è una pentola a pressione pronta ad esplodere e coinvolgere il mondo intero, scatenando una reazione mai vista nelle storia .
Non desta stupore l'atteggiamento indifferente del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, di fronte a scelte scellerate sue e del Governo, dettate dalla sudditanza verso un paese straniero, ponendo noi tutti in pericolo? Quella stretta di mano, quelle dichiarazioni da lui fatte hanno un peso non da poco dinanzi alle popolazioni oppresse del Medioriente . Ma Giorgio Napolitano se ne infischia. E come meravigliarsi dopotutto? Come molti sanno, il 15 maggio del 1973, il Pci fu messo a conoscenza preventivamente da Ivo Dalla Costa che a Milano, sarebbe avvenuto un attentato ad un'alta personalità:
"A Milano, tra 48 ore succederà un attentato contro un'alta personalità del governo e ne parlerà l'intera Italia".
Il 17 , un fantomatico anarchico, Gianfranco Bertoli, compì in via Fatebenefratelli , la tristemente nota strage . Quattro persone rimangono a terra senza vita, altre 52 sono ferite. Un altro tassello della “strategia della tensione”. Destabilizzare per stabilizzare.
Il funzionario del Pci di Treviso, Ivo Dalla Costa , avvisò con solerzia Pajetta e Malagugini, personaggi non certo di secondo piano del partito comunista italiano come d'altra parte non lo era il nostro attuale presidente dello Stato.
Nulla fecero e nulla dissero allora .
Cosa potrebbe quindi infastidire il sonno di Napolitano?
Sono in pochi a comprendere come il silenzio del Pci , in sinergia con il resto delle forze dell'arco costituzionale e l'Msi, ha permesso che sangue italiano continuasse a irrorare la nostra terra, negando così il futuro al nostro Popolo.
Un passato che ha l'odore della morte non può essere dimenticato perché ,oggi più che mai, sembra divenire il nostro presente. E questo, Giorgio Napolitano, lo sa e tace. Rendendosi nuovamente complice.



mercoledì 11 maggio 2011

LA CURA DEI PIACERI

Titolo: La cura dei piaceri. Costruzione di un'erotica solare
Autore: Onfray Michel 
2009, 189 p., ill., brossura
Traduttore: De Paola G.
Editore: Ponte alle Grazie

Le analisi che Michel Onfray fa in questo libro, fanno riflettere. Molto. Soprattutto le persone che come me, non si sono mai addentrati nel profondo della religione cristiana.
Che qualcosa non vada , lo si percepisce subito , appena ci si accosta e si pongono i primi interrogativi. Perché la figura della donna non è presa in considerazione ? Perché Maria deve essere presentata come Vergine? Perché Gesù Cristo deve essere celibe? Non è il Figlio di Dio fatto Uomo, quindi con pregi e difetti di quest'ultimo? Perché non sancire l'unione tra Uomo e Donna come sacra, donando ai propri fedeli l'immagine di un Gesù Cristo sposato ?
Gli interrogativi sono innumerevoli e andrebbero a riempire le pagine di un intero libro.
Onfray, attraverso la sua conoscenza storica e filosofica, cerca di chiarire e di dare , almeno in parte, risposta ai nostri quesiti.
Le immagini all'interno del volume possono sembrare spinte ad una prima occhiata ma se contestualizzate, servono, a mio avviso, a farci comprendere come abbiamo subito l'influenza cristiana nella nostra crescita morale fino a considerare deplorevoli immagini che , tutto sommato, riguardano la sfera privata di ognuno di noi. E anche attraverso l'uso di queste immagini, comprendiamo come sia ancora una volta la religione cristiana ad uscire sconfitta. La raffigurazione del martirio di Santa Apollonia o quella di San Lorenzo, fanno venire un nodo alla gola, dando inizio ad una lunga riflessione. Immagini che rappresentano il supplizio di uomini come noi vengono 'esaltate' e portate ad esempio da quella stessa Chiesa che condanna l'Eros e la Donna come qualcosa di diabolico. Credo che a questo punto, sia la perversione a fare da padrona nell' “entroterra” cristiano .
La parte più interessante è stata quella dedicata a Khajuraho. Sono dell'idea che in quelle pagine che l'autore dedica alla descrizione dei templi di quella zona, sia racchiusa la verità : la miseria sessuale che attanaglia l'Uomo vittima della Chiesa di San Paolo di Tarso.
Ai più , Khajuraho è famosa per le rappresentazioni sessuali , peccato però, che esse siano il 5 per cento dei bassi rilievi dei templi.
Al di là del credo religioso di ognuno di noi, comunque, l'unica verità che ai miei occhi rimane è quella di Uomo Natura - Natura Uomo, su questo principio si basa la mia etica.
Dissento, quindi, dal rito shivaita che 'promuove' il sesso tra gli esseri senzienti, senza differenze di specie. L'uomo che compie un atto sessuale con una giumenta, è condannabile non dal punto di vista cristiano ma proprio per il principio poc'anzi espresso. Un Uomo procrea attraverso il suo simile, di sesso opposto e non attraverso il semplice accoppiamento, fatto per ottenere un orgasmo che non rispecchia le leggi della Natura. Più ci si discosta dal binomio Uomo Natura e più divengo sfavorevole a qualsiasi interpretazione di sorta.  
Scoprire come l'Eros nel rispetto del proprio compagno sia così solare, può dare una svolta alla propria vita privata ( che poi si riflette nella vita sociale ) e la lettura di Onfray aiuta a carpirne il significato intrinseco, col rischio molto alto però, di stravolgere il messaggio dell'autore ed ottenere risultati negativi dai suoi insegnamenti.
E' un manuale per tutti , da usare con intelligenza altrimenti rischieremmo di avere un effetto speculare alla Chiesa cristiana.

giovedì 5 maggio 2011

UN MORTO DA DIMENTICARE


Vittorio è morto. Il suo corpo è sepolto nel cimitero del suo paese natio, Bulciago . Ed ora non ci resta che dimenticarlo. Questo, perlomeno, è quello che vorrebbe lo Stato italiano ma non è nella nostra indole dimenticare gli eroi. Non possiamo farlo. Amiamo troppo questa Patria e la libertà e i figli d'Italia vanno onorati, ad ogni costo.
Se fossimo un paese a sovranità popolare, avremmo assistito ad una crisi internazionale, avremmo ritirato il nostro ambasciatore a Tel Aviv, avremmo assediato l' ambasciata di Israele e quella dell'ambasciata dell'autorità palestinese durante il sequestro di Arrigoni, richiedendone il rilascio. Se fossimo un paese a sovranità popolare, per l'appunto.
Arrigoni, per il presunto gruppo terroristico salafita, era un agente occidentale, un uomo che 'importava' la corruzione all'interno della società civile di Gaza city. Come lo facesse, non ci è dato saperlo. Semmai, portava a noi occidentali quel sapere che i signori dell'informazione ci negano. E' doveroso ricordare come Vittorio fosse l'unico italiano presente durante l'operazione Piombo fuso avvenuta da dicembre 2008 e terminata il 18 gennaio 2009, infischiandosene dei rischi che correva , pur avendo sulle spalle due carcerazioni di stampo israeliano.
Non ha avuto vita facile Vik contrariamente alla sua morte .
Abbiamo dei quesiti da porre al ministro degli Esteri Frattini sulla tragica fine di questo giovane attivista per i diritti civili. Ci rivolgiamo a lei , caro ministro, perché lei poi possa girare questi interrogativi ad Hamas, l'autorità palestinese in carica.
Perché non è stato rispettato l'ultimatum di 30 ore per il rilascio dell'ostaggio?
Da dove è partita la telefonata anonima che ha rotto il silenzio e ha dato informazioni utili per trovare il nascondiglio del gruppo salafita?
Si è veramente tolto la vita Abu Abdel Rahman Bereitz detto il “giordano” oppure è stato freddato dalla milizia di Hamas? I mezzi di informazione parlano di suicidio ma non sono d'accordo su come è avvenuto. Si è sparato o si è fatto esplodere?
Come mai il medico legale addetto all'autopsia sul corpo di Vittorio ha scoperto per conto proprio che un'autopsia era stata già eseguita a Gaza?
Il suo predecessore, Massimo D'Alema, nel dicembre 2007 portò sul tavolo dell'assemblea generale delle Nazioni Unite la proposta di moratoria sulla pena di morte, ricevendo l'approvazione dell'assemblea generale con 104 voti a favore, 54 contro e 29 astenuti. Fu una votazione storica. Perché, quindi, non interviene in prima persona per fermare la probabile condanna a morte degli esecutori materiali dell'omicidio?
Perché non chiede alle autorità palestinesi che gli interrogatori avvenuti in questi giorni , vengano resi pubblici?
Nessuno del governo ha mosso un dito contro quella stampa che ha gettato fango sulla memoria di Vittorio, un giovane pacifista di 36 anni, italiano, ucciso in terra straniera , dove viveva e lottava per dare diritti ad una popolazione assoggettata al volere israeliano che se ne infischia degli accordi internazionali , gli stessi accordi che lei sottoscrive , caro ministro... Per vedere difesi i diritti dei cittadini italiani bisogna fare parte della sua coalizione ?
Il 4 aprile 2011 è stato freddato Juliano Mer-Khamis , nome che conoscerà senz'altro visto il gran clamore che ha suscitato la sua uccisione. Non esiste una pista comune con la morte di Vittorio?
Entrambi erano invisi a Israele e entrambi usavano l'arma della pace per fare “sognare” una popolazione che vive sotto assedio quotidiano, abbandonata dalla comunità internazionale al suo triste destino.
Perché nessuna alta carica pubblica era presente ai funerali di Vittorio?
Forse tra Ferrero e Arrigoni ci sono differenze che noi non cogliamo?
Con sdegno viviamo il fatto che nessun pennivendolo della carta stampata verrà accusato del reato di “tradimento” perché obbedisce a potenze straniere che lavorano per sovvertire la nostra sovranità.
Con mestizia concludiamo questo articolo, sapendo che nessuno ci darà delle risposte perché Vik è un morto da dimenticare il più in fretta possibile.