Poco dopo le 9.00 del 16 marzo 1978. Roma.
Via Fani , incrocio via Stresa.
Aldo Moro viene sequestrato da un commando delle Brigate Rosse .
Cinque uomini rimangono a terra : il Maresciallo dei Carabinieri Oreste Leonardi, l’appuntato Domenico Ricci, il Brigadiere Francesco Zizzi, l’agente Raffaele Jozzino e l’agente Giuliano Rivera. Sono gli uomini della scorta.
Il presidente della Dc, Aldo Moro, verrà ritrovato 55 giorni dopo , il 9 maggio, nel quartiere ebraico di Roma, in via Caetani, all'interno di una Renault rossa.
Durante il periodo del sequestro, il presidente della Dc, scrisse decine di lettere intestate ai familiari, al clero e a eminenze grige della politica italiana. Moro , con insistenza quasi paranoica, invitava i suoi referenti, ad accettare lo scambio chiesto dalle Br. La sua persona in cambio della libertà , fuori confine, di diversi detenuti politici. Tredici per l'esattezza.
Di quello scambio, come tutti sappiamo, non si fece nulla.
Uno Stato, ci hanno raccontato più volte, non può piegarsi dinanzi alle richieste di terroristi, anche se la vita in gioco, è di un personaggio di spicco della politica nazionale.
Sono trascorsi più di trent'anni dal fatidico giorno del ritrovamento del corpo senza vita di Aldo Moro e la nostra attenzione si sposta in Palestina, dove stiamo assistendo ad un evento storico per quella terra e non solo.
Dopo cinque anni di prigionia, il soldato Gilad Shalit , verrà liberato da Hamas.
La mediazione dell'Egitto ha avuto esito positivo e nei prossimi giorni, avverrà lo scambio di prigionieri. Sì, nel 2011, in pieno allarme terrorismo, Israele raggiunge un accordo con Hamas, considerata dall'Occidente, alla stregua di gruppo terroristico e quindi pericoloso per la popolazione civile e la democrazia occidentale.
Un soldato di 24 anni in cambio di 1.027 prigionieri palestinesi, rei di aver commesso, secondo lo stato di Israele, reati di stampo terroristico (dalla lista , sono esclusi coloro i quali si sono macchiati di crimini comuni).
Secondo l’organizzazione israeliana per i diritti umani “B’Tselem”, ad agosto 2011, sono 5.204 i palestinesi detenuti nelle carceri israeliane per crimini comuni o legati alla sicurezza.
272 è il numero di detenuti in “detenzione amministrativa”, cioè, in carcere senza accusa e senza processo (il periodo di detenzione raggiunge i 6 mesi, rinnovabile senza limiti di tempo).
176 sono minorenni. La maggiore età, badate bene, nei territori palestinesi , si raggiunge a 16 anni.
(Dal 3 ottobre dell'anno in corso, le cose sono cambiate e anche per i palestinesi, come per gli israeliani, la maggiore età si raggiunge a 18 anni ).
Detto questo, va riportato la notizia che tra i prigionieri che verranno rilasciati, secondo il quotidiano israeliano “Haaretz”, ci saranno 280 palestinesi condannati all’ergastolo, tra cui i condannati per :l’attentato al ristorante Sbarro di Gerusalemme (2001); il rapimento di Nachshon Wachsman (1994) e l’attacco all’autobus 405 a Tel Aviv (1989).
Chiunque, sano di mente, avrebbe rifiutato uno scambio così sfavorevole al suo popolo e al suo territorio.
Chiunque, tra gli alleati di Israele , avrebbe dovuto intervenire per far cadere nell'oblio questo accordo.
Gli Stati uniti, i primi a promettere il veto sulla possibilità di riconoscere lo stato palestinese in seno all'Onu, tacciono. E così, tutti gli altri.
Cosa sta avvenendo realmente ? Quali scenari si prospetteranno per il futuro?
Una delle più grandi democrazie occidentali (a detta dei mass media) sta per rilasciare più di mille “terroristi” in cambio di un solo suo militare.
Ma, il silenzio incombe...
Le nostre lancette tornano indietro nel tempo...
Il 22 maggio 1967, si svolge una riunione fra il presidente del Consiglio Aldo Moro, il ministro degli Esteri Amintore Fanfani, il vice presidente del Consiglio Pietro Nenni e il ministro della Giustizia Oronzo Reale . La riunione è improntata sul tema scottante del prossimo conflitto arabo-israeliano , che vedrà Israele impegnata in una guerra lampo (la guerra dei sei giorni) al fine di sottrarre terre all'Egitto , alla Giordania e alla Siria.
Fra i presenti, però, c'è un'anomalia: la presenza del ministro di Giustizia , Oronzo Reale.
Che voce abbia in politica estera, un ministro di Giustizia, non c'è dato saperlo; tuttavia, la sua appartenenza al Partito repubblicano , rende luce ai lumi della ragione.
Il Partito repubblicano , difatti, si può considerare a tutti gli effetti, la “quinta colonna” di Israele in Italia e la presenza di Reale ad una riunione così delicata, è indispensabile per non fare pendere la bilancia verso i paesi arabi.
A livello europeo, il 9 giugno di quello stesso anno, assistiamo alla chiusura dei rapporti diplomatici tra i paesi comunisti (tranne la Romania) e Israele. Per tutta risposta, l'Italia, a luglio, designa capo di Stato maggiore dell'Arma dei carabinieri, Arnaldo Ferrara, di origine ebraica e fratello di un parlamentare repubblicano.
La stabilità pare essere raggiunta.
Per sicurezza, qualcuno ha pensato bene di lasciare Arnaldo Ferrara capo di Stato maggiore dell'Arma dei carabinieri per dieci lunghi anni quando, tale carica, è di due soli anni.
Con lui a ricoprire una carica così prestigiosa , Israele può dormire sonni tranquilli .
Gli anni scorrono e giungiamo alla fuga del tenente colonnello Herbert Kappler, condannato all'ergastolo per le fucilazioni avvenute alle Fosse Ardeatine, il 24 marzo 1944.
L'Italia è attanagliata da gravi problemi economici e per ottenere aiuti dalla Germania occidentale, tra le varie clausole, c'è la consegna di Kappler, già in libertà condizionale (segno di “benevolenza” da parte del governo Moro che lo considerò “prigioniero di guerra” il 12 marzo 1976 con decreto del ministro della Difesa Forlani) ma sotto sorveglianza all'ospedale del Celio, perché malato terminale di tumore.
Quell'uomo deve morire in Patria se l'Italia vuole ricevere quel prestito tanto agognato ma con Ferrara al suo posto, ciò è impossibile.
Ecco quindi l'intervento del comandante dell'Arma dei carabinieri, generale Enrico Mino che , a luglio 1977, decide la sospensione di Ferrara e porterà il generale De Sena a prendere il suo posto l'8 agosto .
L'Italia di allora non era in grado di fare fronte all'ira della comunità ebraica italiana e ad Israele, di conseguenza , per ovviare al problema e rispettare una delle clausole che la separava dal prestito , dovette escogitare una fuga “da barzelletta ”.
E così, come tutti sanno , il 15 agosto del 1977, Herbert Kappler uscì con la moglie dall'ospedale militare del Celio e poté tornare in Germania per passare l'ultimo periodo di vita da uomo libero.
Nei mesi successivi , si vide abbattersi sull'Italia, la maledizione della stella di David.
Il 31 ottobre 1977 ,sull'altopiano della Sila, l'elicottero sul quale sta viaggiando il comandante generale dell'Arma dei carabinieri Enrico Mino insieme al colonnello Francesco Friscia, al tenente colonnello Luigi Vilardo, al comandante del Centro elicotteri di Pratica di Mare, Francesco Sirimarco, al tenente Francesco Cerasoli e al brigadiere Costantino Di Fede , esplode in volo . Nessun superstite.
Sempre nello stesso mese, ottobre '77, le Br iniziano a pedinare Aldo Moro. Un altro colpevole della fuga di Kappler. Forse il vero organizzatore.
Le Br non sono più quelle di Curcio e Franceschini bensì quelle di Moretti quel Mario Moretti che, in un sequestro lampo datato 28 giugno 1973, ai danni dell'ingegnere dell'Alfa Romeo , Michele Mincuzzi, disegnò alle spalle del sequestrato, una stella a sei punte. Un errore, a detta sua. Per altri , un messaggio.
Mario Moretti diviene leader del gruppo Brigate rosse per due motivi: fortuite coincidenze (i fondatori vengono arrestati) e per il suo curriculum scritto col sangue delle sue numerose vittime.
E' lui l'uomo scelto dal 'destino' per porgere il conto a Moro .
Abbiamo così assistito alla morte di uno statista italiano perché la Dc e l'intero arco costituzionale, eccezion fatta per i pochi parlamentari che cercarono di andare contro corrente, non vollero ufficialmente accettare lo scambio di prigionieri, scendere cioè a patti coi terroristi.
Dopo tre decenni , abbiamo la certezza di quanto fosse pretestuosa quella motivazione.
Depistaggi, silenzi (in primis quello di Moretti e delle Br), racconti fantasiosi hanno portato l'Italia negli abissi della Storia, l'han portata ad accettare la perdita della sua sovranità per accettare la sudditanza allo straniero.
Israele, come il suo Dio Yhwh, è spietatamente vendicativo .
Non dà pace ai suoi nemici. Dagli omicidi mirati come quello di Al Mabhouh all'hotel “Bustana Rotana” a Dubai avvenuto nel gennaio 2010, a stragi di civili come l' “operazione piombo fuso”, passando per torture e vessazioni nei territori occupati, fino ad arrivare ai cacciatori di teste di ex nazisti ultra ottantenni.
Lo stato di Israele tesse e tesserà in continuazione la sua tela. A volte fa sì che il suo nome non trapeli , come ad esempio nell'omicidio di Vittorio Arrigoni, altre volte per celare i crimini contro l'umanità da esso perpetrati, si cela dietro a termini come “difesa” o “prevenzione”.
Per fare un esempio, durante l'operazione “Piombo fuso”, vera e propria pulizia etnica, sono morti 1.387 palestinesi. 773 erano civili che non presero parte al conflitto. Di questi, 320 erano minorenni e 111 le donne.
“Delle altre 614 vittime solo 330 hanno preso parte alle ostilità, mentre 248 erano agenti della polizia palestinese, uccisi per lo più nel corso dei bombardamenti delle caserme compiuti durante il primo giorno dell’offensiva israeliana” secondo B’Tselem . Questi numeri non sono paragonabili alle perdite di Israele: nove , “tre civili e un agente della sicurezza uccisi dai razzi palestinesi lanciati da Gaza, a cui vanno aggiunti cinque soldati morti nei combattimenti nella Striscia”, sempre secondo B'Tselem.
Le armi a disposizione di Israele sono molteplici e, tra esse, troviamo la propaganda che volutamente vuole far passare Israele come esempio di democrazia e di civiltà. Ne è esempio questo ultimo “scambio di prigionieri” , l'ottavo dal '74 a oggi.
Mentre per i suoi alleati , non è possibile decidere liberamente , Israele può permettersi la libertà di fare ciò che desidera, in barba alle leggi internazionali e ai rapporti diplomatici.
Tra pochi giorni , uomini e donne palestinesi verranno rimessi in libertà lasciandosi alle spalle le carceri israeliane, dove hanno visto calpestati e violentati i loro diritti solo perché nati in una terra che Israele vuole sua.
Ancora una volta, questo stato terrorista dimostra il suo cinismo e la sua smania di grandezza, ponendo sullo stesso piano 1027 combattenti per la libertà con un giovane servitore del sionismo internazionale.
Quanto vale la vita di un palestinese per la comunità internazionale ? Una 1027ima parte di Gilad Shalit. Un militare sequestrato all'età di 19 anni. Eccovi la risposta.
Mai uno scambio è stato così degradante per un popolo.
Chi ha messo piede nelle carceri israeliane da innocente, non potrà non covare dentro di sé sete di vendetta. La voglia di riscatto e di una seconda possibilità per chi è entrato da “colpevole” non mancheranno di certo .
La scelta dello scambio di prigionieri avviene nel periodo nel quale il presidente palestinese , Abu Mazen, presenta la richiesta ufficiale del riconoscimento dello stato palestinese all'Onu.
Israele vuole “stracciare” la richiesta , teme che il veto americano non sia sufficiente e sfodera una delle sue ultime carte: alimentare la resistenza palestinese, rimettendo in libertà uomini e donne che, una volta liberi, vedranno la propria terra distrutta e saccheggiata dai coloni israeliani .
Stanno gettando benzina su un fuoco che lentamente si sta spegnendo pensando così di poter definitivamente debellarlo con un intervento militare casa per casa, legittimandosi dinanzi alla comunità internazionale.
Il meccanismo è entrato in funzione ma possiamo ancora arrestarlo, cercando di isolare lo stato ebraico, sanzionandolo per i crimini commessi; donando così vera pace ai palestinesi e a chi , tra di loro, si è visto derubare la propria vita da una cricca di criminali appoggiata dall'Occidente imperialista.