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lunedì 25 giugno 2012

PIZZINI MEDIORIENTALI


"L'Italia è il nostro più importante partner commerciale, e noi crediamo nelle relazioni con il nostro partner mediterraneo...Ma allo stesso tempo c'è l'Ue, e l'Italia è impegnata a portare avanti la politica di Bruxelles. Speriamo che la voce dell'Italia sia ascoltata di più nei confronti della Siria, in modo di aiutare il Paese invece di limitarsi a imporre sanzioni...Non neghiamo di avere una crisi politica, vogliamo che dai nostri vicini arrivi un aiuto, invece di trasformare la Siria in un'altra 'Kandahar'...qui non c'è più solo governo e opposizione, ma un terzo attore, qui ci sono al Qaida e i salafiti: l'Europa ci aiuti..."
L'Italia "è un grande Paese, molto importante nell'Unione europea, dovrebbe prevalere il suo buon senso in Europa".
A chi appartiene questa dichiarazione fatta qualche giorno fa? Al presidente curdo del Cns , Abdulbaset Sieda?
Ma no, al portavoce del ministero degli Esteri di Damasco, Jihad Makdissi.
Eppure, siamo abituati a pensare che l'Italia sia tra le prime nazioni d'Europa a volere il declino del legittimo presidente siriano, Bashar Al Assad.
Un avvertimento al nostro governo fantoccio, quindi ?
Nel frattempo, dopo l'abbattimento dell' F-4 turco in territorio siriano, il nostro (si fa per dire) ministro degli Esteri, Giulio Terzi , assicura che non lo scenario libico è "irripetibile".
Su quali basi può affermarlo?
Il governo turco è caduto in una trappola organizzata dai suoi stessi alleati?
Da cosa dipende l'equilibrio in quella regione?
E' un puzzle al quanto complesso.
La posta in gioco appare troppo alta, persino per l'Occidente....






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