C'è una svolta nella storia trattata
tempo fa:
E' di oggi la notizia che i due marò
Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non torneranno in India .
Nasce così una controversia internazionale tra l'Italia e l'India.
Quanto disonore per la disgraziata
patria italiana.
Latorre e Girone sono colpevoli
di aver ucciso due soldati del lavoro , due pescatori indiani.
Probabile confondere la canna da pesca
con la canna del fucile solo in un libro di narrativa anonimo, dove
l'autore , smemorato e al suo primo libro, non descrive nei
particolari i personaggi della sua storia. In mare è più
difficoltoso.
La prova , inutile a dire il vero, che
il governo italiano continui orgogliosamente a rivendicare la sua
paternità nell'8 settembre , è dato dal comunicato pubblicato oggi:
''All'indomani della sentenza del 18
gennaio 2013 della Corte Suprema indiana l'Italia ha proposto
formalmente al Governo di New Delhi l'avvio di un dialogo bilaterale
per la ricerca di una soluzione diplomatica del caso, come suggerito
dalla stessa Corte, là dove richiamava l'ipotesi di una cooperazione
tra Stati nella lotta alla pirateria, secondo quanto prevede la
citata Convenzione UNCLOS. Alla luce della mancata risposta
dell'India alla richiesta italiana di attivare tali forme di
cooperazione, il Governo italiano ritiene che sussista una
controversia con l'India avente ad oggetto le regole contenute nella
predetta Convenzione e i principi generali di diritto internazionale
applicabili alla vicenda''.
Portando indietro le lancette, si cerca
di legittimare la natura ignavia italiota.
Con un colpo di spugna si cancella
dalla mente del lettore l'ordine cronologico degli avvenimenti – se
non gli avvenimenti stessi - e si porta sul proscenio , l'eroismo del
Governo.
Quanta malafede! Quanta ignominia!
Con una richiesta del tutto particolare
– rientro in Italia per il voto – per un caso così delicato , lo
Stato italiano ha beffeggiato uno Stato straniero. Una richiesta di 4
settimane per votare .
Richiesta concessa dallo Stato
dell'India ma che in realtà poteva essere elusa seguendo il codice
per i militari
in missione all'estero.
La risposta del ministro – per conto
– Terzi non si fa attendere: "E' uno sviluppo molto positivo e
provo grande soddisfazione. Anche perché la decisione conferma il
clima di fiducia e collaborazione con le autorità indiane e lascia
ben sperare per un positivo esito della vicenda".
Ed oggi, a poche settimane dalle
dichiarazioni gioiose del ministro degli Esteri, la notizia del
'gabbo' al paese della curcuma.
“Niente marò” urlano , in
concerto, il ministro della Giustizia e della Difesa.
Si sono ricordati , probabilmente, che
“ il Governo italiano ritiene che sussista una controversia con
l'India avente ad oggetto le regole contenute nella predetta
Convenzione -UNCLOS- e i principi generali di diritto internazionale
applicabili alla vicenda” .
Caso chiuso quindi. Uno scatto
d'orgoglio ha permesso ai due marò di cittadinanza italiana , di
rimanere in Italia.
Gettiamo tutto nel camino...
Fermi! Qualcosa non è chiaro. Quel
comunicato sembra che abbia ben altre parole al suo
interno...perbacco!
Ma tu guarda. Con il calore , le parole
scritte con l'inchiostro a base di limone appaiono ai nostri occhi:
“niente elicotteri, niente marò”.
Ora sì che si comprende
l'atteggiamento del governo. Non comprendete?
Provate a salire di qualche riga. Bene.
Lì è la risposta.
“In concerto con il ministro della
Giustizia e della Difesa”.
Quella solerte Giustizia italiana
che,giusto poche settimane fa, fa esplodere il caso delle tangenti
per la commessa dei 12 elicotteri AgustaWestland, controllata da
Finmeccanica e che portao l'India a rinunciare alla rimanenza
dell'ordine – 9 elicotteri - e ad affidarsi alla Francia -o ad
altri Stati-.
Forse una decisione presa in concerto
con il ministro della Difesa?
Vendere elicotteri ad uno Stato che
condannerà due militari di cittadinanza italiana, avrebbe indignato
migliaia di persone e impensierito il governo?
Oppure è stata più “semplicemente”
una mossa oligarchica, attraverso le toghe, che ha portato :
- al crollo delle azioni di una delle più grandi aziende italiane conosciute nel mondo
- a liberare dal vincolo contrattuale lo Stato italiano - l 'India ha rifiutato il proseguo del contratto -
- a creare la controversia internazionale tra Italia e India per i due marò ?
Non lo sapremo mai , finché uomini
onesti non saliranno al potere e getteranno i faldoni dei 'segreti di
Stato' più o meno ufficiali, nelle strade e nelle piazze alla mercé
del Popolo.
Nel frattempo non rimane che osservare
affranti quello 'scodinzolar' di tricolore intorno al “coraggioso”
padrone .
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