Si prova disgusto per la campagna
pubblicitaria lanciata, in questi giorni , dalla fondazione
americana Foundation for Biomedical Research . Sui loro cartelloni
pubblicitari, sparsi negli Stati uniti, troviamo una bambina e un
topo bianco con il nefasto interrogativo: “Chi vorresti vedere
vivo?”. (1)
Ad un primo
impatto può sembrare 'solo' un'azione di propaganda a favore della
vivisezione :
attraverso gli
esperimenti sui topi, ci dicono, possono ottenere risultati positivi
per la cura di diverse malattie , malattie che possono colpire anche
nostra figlia .
Senza dibattere la liceità di utilizzare una bambina per una
campagna pretestuosa e antiscientifica , dobbiamo soffermarci sulla
subdola trappola voluta dalla Foundation for Biomedical Research :
portare allo
scontro chi è a favore e chi è contro alla vivisezione, spingendo
questi ultimi a proporre l'Uomo come l'unico vero modello da
assurgere a 'cavia'.
L'ineludibile
deriva della lotta contro la vivisezione rappresenta quindi, la
drammatica soggezione di diverse associazioni 'animaliste' dinanzi
allo strapotere delle multinazionali .
E i primi focolai di guerra illuminano i nostri volti avvolti dal
buio di un'epoca senza storia , da un tempo segnato dal battere
sonante della diabolica moneta .
L'inserimento, tra le proposte alternative, di test sugli organi
umani o , addirittura, sui “morti cerebrali” è stupida
incoscienza e dà vita ad un estenuante e serrato contrasto tra le
diverse correnti di pensiero .
Essere antispecisti significa credere
nel sacrosanto diritto alla vita di tutti gli
esseri senzienti, senza distinzione di specie.
Che senso avrebbe dare origine ad un
nuovo sfruttamento?
La lotta deve essere scevra da
compromessi e deve puntare alla risoluzione totale del problema e non
dipendere dall'accondiscendenza del nemico.
Cadere nella
trappola di chi detiene il Potere , cambiare lo schiavo alla macina,
non risolverà il problema della vivisezione, anzi, tenderà a creare
un nuovo fronte di guerra , quello tra 'animalisti' e 'umanisti'
rafforzando l'ostacolo che ci separa dalla liberazione di tutti
gli esseri senzienti. L'unica auspicabile.
(1) Nella versione italiana: “Un giorno ti potrei salvare la vita”
.
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