Lo scribacchino ecclesiastico, Alcide Degasperi, nasce il 3 aprile
1881 a Pieve Tesino.
La sua esistenza giovanile non lascia segni nella storia d'Italia.
"Austriacante" per convenienza, cattolico per passione economica,
Alcide è il classico esempio di quell'italyota che per decenni ha
vegetato nel pantano intriso di sangue dei nostri Eroi patrioti,
differenziandosi da altre “mignatte” per la sua spassosa
soggezione all' istituto -di credito- della Chiesa
In una Terra come l'Italia dove ogni città dedica una via
all'irredento Cesare Battisti, la figura di Degasperi andrebbe
cancellata per sempre, lasciata alle spalle con malinconica
rassegnazione – non si piange sulle disgrazie – e “sommersa”
dai corpi degli Italiani caduti con il cuore rivolto verso il sacro
Tricolore.
Ma questa Terra è divenuta dopo la seduta del Gran Consiglio del
Fascismo del 24/25 luglio 1943, terra di predoni e sciacalli , i
quali, conoscono le regole dell'Uomo e sanno che la Storia deve
essere, in un certo qual modo, bilanciata. Costretti a ricordare
Cesare Battisti -la sua figura non reca danno al Giudaismo
internazionale – per poter “sanificare” il Degasperi e gli
uomini della sua stessa bassezza morale . Un boccone amaro tutto
sommato digeribile per vigliacchi del loro rango.
Non ricordare Battisti avrebbe, difatti, dato la possibilità agli
Storici – se mai ne esistessero ancora – di indagare a fondo
nella nefanda esistenza trascorsa sotto la protezione della Banca
Vaticana -alias Vaticano- , del 'nostro' Degasperi, padre della
'fasulla' Costituzione italiana e dell'Europa delle Lobby.
Portare luce sul giovane Degasperi è impresa ardua . E' talmente
nascosta negli anfratti della Storia italiana che il Sole prova una
invincibile ripugnanza a 'lanciare' i suoi gioiosi raggi in tali
tortuosi recessi. Ci vogliamo occupare dei suoi “primi anni” di
vita politica perché sarebbe fin troppo semplice disquisire sulla
sua fuga nelle “polverose” biblioteche vaticane durante il
Regime.
La nostra ricerca quindi si spinge sin al 1909.
Si trovano labili tracce di uno strano scontro 'ideologico' nelle
varie biografie del mancato insottanato.
Questo “scontro” sarebbe avvenuto tra il Degasperi (direttore
de
Trentino -già
Voce Cattolica-) e il Mussolini (
Il
Popolo), quest'ultimo additato da tutte le varie fonti, come
socialista anticlericale, dando così per scontato al superficiale
lettore che l'intera colpa del diverbio sia del futuro Duce d'Italia.
La realtà, come spesso accade, è diversa da come viene
raccontata da chi è sopravvissuto e ha goduto dei benefici della
morte altrui.
Mors tua , vita mea !
Diamo quindi ora spazio agli articoli, da noi reperiti, del
socialista anticlericale quasi demoniaco Benito Mussolini. In un
processo, dopo tutto, le parti da ascoltare sono sempre due: persino
in un Paese dove la democrazia è solamente una maschera di cera...
Attenti quindi al calore emanato dai nostri riflettori: potrebbero
molto presto mostrare il vostro vero volto !
NOTE:
Il Popolo, giornale socialista di Trento. Direttore e
proprietario Cesare Battisti Il 2 agosto 1909, Benito Mussolini è
nominato redattore capo di questo giornale.
Il Trentino, già
La Voce cattolica, organo del
partito Trentino, diretto dal dott. Alcide De Gasperi. Nel giornale
collaborano diversi sacerdoti.
Articolo 1
http://www.scribd.com/doc/161594375/PERCHE-CI-ORGANIZZIAMO
Articolo2
http://www.scribd.com/doc/161594866/i-Giornalisti-Clericali-Spie
- ai signori dell’organo clericale e alla loro lunga « soffiata
da spie » che dimostra com’essi avrebbero seguito la migliore
carriera entrando nelle questure del vicino nonché bello italo
regno.
- Che cosa ha voluto lo scribivendolo clericale col suo lungo
sproloquio?
Articolo3
http://www.scribd.com/doc/161595009/Il-Vilissimo-Mestiere
- a Trento, ci sono i « vilissimi » mestieranti del giornalismo
che hanno un cuore avvelenato dall’odio settario e un cervello
senza fosforo. Ci sono gli ignobili scriba che non hanno il coraggio
di sostenere e difendere l’opera della loro penna venduta.
- Voglio solo documentare l’ignominia dei « vilissimi
mestieranti » del giornalismo clericale.
-Torna il Degasperi, direttore del giornale. C’è un
vice-direttore insottanato ed un vagellante sgrammaticato. Nessuno di
costoro assume la paternità del trafiletto diffamatore. Non c’è
nessuno che abbia il coraggio civile di gridare : « Signor Battisti
! Voi avete percosso un innocente! L’autore dell’articolo sono io
e ne assumo la responsabilità!».
-Il Degasperi, l’uomo della prosa sciatta, asintattica, il
superficiale che invoca un orario delle ferrovie austriache per
sfuggire a un contradditorio imbarazzante, tace nell’ombra.
-In qualunque redazione i compagni di lavoro dello schiaffeggiato
avrebbero fatto atto di solidarietà con lui assumendone anche le
difese. Ci sarebbe stata una vertenza cavalleresca, non mai un
processo in tribunale.
Qui, invece, si ricorre alla Giustizia per farsi liquidare.... il
conto dei propri dolori con una somma di 50 corone.
-Come non chiamare « mestieranti » i « poveri » Gadler,
Spoleta, Degasperi, Chelodi, pennivendoli senza idee e uomini senza
coraggio?
O banditi nella macchia nera del giornalismo clericale : voi siete
più dispregevoli dell’assassino che affronta l’ignaro viandante
— in pieno giorno — a viso aperto!
Voi aspettate invece la notte; voi colpite nella schiena; voi
tentate insozzare col vostro fango le coscienze oneste e quando vi si
chiama sulla piattaforma pubblica ad assumere la responsabilità
delle vostre azioni, voi scivolate, sfuggite, vi nascondete o vi
atteggiate — suprema ipocrisia ! — a vittime !
Articolo 5
http://www.scribd.com/doc/161595117/i-Teneri-Agnellini
- Ben quattro giorni sono occorsi alla cronica stitichezza
intellettuale di un Degasperi, per trovare una qualunque miserevole
risposta al mio articolo di sabato. E dopo a un cosi lungo periodo di
faticosa elaborazione era in diritto di aspettarmi qualche cosa di
meglio che quel lassativo comparso nella V. C. di ieri col titolo
I violenti *. In quell’articolo c’è tutta la cerebrazione
dei redattori del Trentino : Degasperi ha fatto la malacopia, Don
Chelodi ha raddrizzato i periodi claudicanti, e soppresse le
locuzioni dell’imperial regio lingua italo-austriaca, Don Gentili
ha concesso l'imprimatur. Tirate le somme di tutto questo lavoro
collettivo, un’esclamazione viene spontanea alle labbra: Che
miseria!
- Lo scribivendolo clericale ammette che « nessuno gode il
privilegio di fissare preventivamente le forme della lotta.... »
- Ma, prosegue il bolso copista
- Con somma arte gesuitica non si fa il nome di questo
giornalista, ma tutti sanno a chi è diretta la frase.
- il « debile » Gadler, sanguinante da una impercettibile
graffiatura di pochi millimetri, non potesse, né dovesse assumersi
responsabilità alcuna. Ma voi, Degasperi, voi direttore del
giornale, dovevate parlare e avete taciuto. Il vostro silenzio è la
vostra condanna. Non avete avuto il coraggio di difendere
personalmente lo schiaffeggiato, né di solidarizzare moralmente con
lui : lo avete messo nelle mani dei giudici. Non parlate di «
agitata vita pubblica » quando si tratta di una stupida insinuazione
personale; non parlate di vigliaccheria, voi, povero eroe da
palcoscenico dell’oratorio clericale !
- un’affermazione falsissima a proposito della mia fedina penale
che è netta e non si macchierà mai di quei delitti per cui sono
rimasti celebri nelle antiche e nelle recenti cronache molti fra i
vostri insottanati.
- Dovremo rassegnarci con un fratesco « grazie » alla vostra
diurna campagna di denigrazione personale contro di noi? Oh!
magnifica impudenza possibile solo nella terra del Concilio, del
Principe Vescovo e di Leo Taxil !
-O teneri agnellini dalle lane morbidette, perché respingete la
riforma della sintassi e il rinnovamento della prosa? Fate male,
perché avete bisogno dell’una e dell’altro. Un periodo che
comincia cosi: «Rispetto alle nuove ingiurie, il posto che occupiamo
» ecc. può passare solo in una lettera scritta da un caporale o da
un portinaio tirolese — intendiamoci — non italiano d'Italia.
- Tutti i bisognisti che battono allo sportello delle vostre
banche o si affollano nei magazzini delle vostre cooperative; gli
ipocriti che si curvano dietro le misteriose garrette dei
confessionali; i trafficanti che Cristo caccerebbe dai templi; gli
arrivisti della torbida politica clericale; i filosofastri che non
hanno il coraggio della vita ascetica e tendono al dominio di quelle
cose profane che Gesù disprezzò, ecco gli uomini che giurano
in
verba Degasperi e fanno di un giornale semi-analfabeta l’arma
delle loro piccole insidie! O teneri agnellini che « belate »
contro la « nostra » violenza, noi vi conosciamo! Sotto il morbido
velo voi nascondete il pelo rossastro ed ispido dei lupi. Ma i fatti
e l’opera nostra che continueremo senza tregua vi pongono nella
debita luce. In noi la violenza è 1’« episodio », in voi è il «
sistema » nella vita e nella storia.
Articolo 6
http://www.scribd.com/doc/161595230/Il-Sacro-Ovile
- Ma gli « ignaziani », i seguaci di Loyola rifiutano di
combattere ad armi pari : se sono più forti ti schiacciano, se sono
più deboli ti calunniano. Vittoriosi, non hanno pietà; vinti,
gridano alla sopraffazione, alla violenza !
La scuola di padre Ignazio fiorisce nel Trentino. Alla bassezza
strisciante del gesuita, qui s’accoppia l’impudenza di chi
comanda. Qui si « osa » essere clericali e non ci sono scrupoli
circa l’impiego dei mezzi per conservare la supremazia economica,
politica, morale.
- Io non voglio sollevare i centomila metti cubi di letame
cattolico. Datemi del sublimato al 100/100.
articolo 9 - Riportato per intero -
http://www.scribd.com/doc/161595446/Dispensierie-di-celebrita
Da II Popolo, N. 2726, 14 giugno 1909, X.
Di Benito Mussolini
DISPENSIERE DI CELEBRITÀ
C’è fra i cittadini di Trento un signore che dirige un
giornale, vi depone un « compitino » dopo un’incubazione che
varia da un minimo di quattro giorni a un massimo.... indeterminato,
e si presenta ai contradditori per..., fuggire. Questo bravo signore
ha aggiunto alla sua trinità un quarto attributo : si è proclamato
« dispensiere » di celebrità. Ma l’ellenico — oh! quanto! —
Alcide è avaro, molto avaro come tutti quelli che vivono in contatto
immediato con le banche cattoliche più o meno marmiferate. Egli
distribuisce la celebrità, ma per cinque minuti solamente; non uno
di più.
Grazie! Grazie!... o preziosissimo Alcide. Per godere i cinque
minuti della celebrità che mi offri, io dovrei leggere per cinque
minuti la tua prosa. Impossibile! Ci vuole lo stomaco di uno struzzo!
Articolo 13
http://www.scribd.com/doc/161596025/i-Giornalisti-Buffi
- Se io mi chiamassi Alcide Degasperi — dottore non si sa in che
cosa — avrei alla Banca Cattolica delle azioni per 5000 corone,
godrei di una medaglia di presenza di 10 corone per volta, ritirerei
ogni fine di mese un lauto stipendio e a quest’ora preparerei le
mie valigie per Roncegno o Campiglio, a rifornire d’ossigeno la mia
non ancora esausta carcassa.
- Il cronista della
V. C. infiora il racconto di bugie.
Egli narra che mancò poco non fossi linciato : la polizia non fa
parola di ciò. Si dice che io sono fuggito e tutti mi hanno visto
fermo nel cortile. La « fuga prudente » è un sistema degasperiano.
Articolo 14
http://www.scribd.com/doc/161596088/Tenebre-e-Luce
- Quando certi « dottori » nostrani che potrebbero anche
chiamarsi Alcide Degasperi, vanno a predicare davanti a povere ignare
turbe di contadini che la chiesa è amica e protettrice della coltura
e dell’istruzione; quando si afferma che i preti sono teneri [sic]
del progresso civile, si cerca di sorprendere furbescamente la buona
fede di chi ascolta e non sa. Il Vaticano odierno è identico al
Vaticano del secolo XVI. È il covo dell’intolleranza e di una
banda di rapinatori.
Articolo 15
http://www.scribd.com/doc/161596141/Il-Grande-Cadavere
- No! Voi lo sapete bene, egregio azionista di Banche cattoliche,
che l’inferno è uno spauracchio per gl’imbecilli!
- Credetelo, signor Alcide. I giacobini di Via S. Pietro sono al
corrente del movimento religioso contemporaneo quanto voi e i vostri
amici con tonaca e senza.
E se è necessario che voi giustifichiate lo stipendio, piuttosto
che scrivere articoli su questioni religiose, che dopo tutto
interessano un picciol numero di individui, occupatevi di affari
bancari che interessano la turba dei vostri clienti e rispondete con
cifre e fatti alle cifre e ai fatti esposti dal Popolo riguardanti le
vostre speculazioni cattoliche, cristiane... e.... marmifere.
Spogliate il « grande cadavere ».
articolo 16
http://www.scribd.com/doc/161596236/ciccaiuolo
- Che la mia entrata ufficiale nella redazione del Popolo urti i «
volksbundisti », gli austriacanti, i papali di Via Romana, si
comprende facilmente. Le loro cotenne portano ancora il segno delle
mie frustate. Non c’è da meravigliarsi che gli scrittori della V.
C. costruiscano anche nel caso attuale il solito edificio di
menzogne e di malignazioni.
- E se domani il mio sacco non funziona, non potrò — malgrado
la mia entrata al Popolo — ricorrere all’ausilio delle acque
montane e permettermi una villeggiatura di due mesi. Questi lussi —
pardon! — queste rinuncie, queste penitenze, queste miserie
evangeliche sono riservate — ahi dura valle di lacrime! — ai
poverelli evangelizzanti del vaticano trentino.
Articolo 18
http://www.scribd.com/doc/161596559/L’IGNOMINIOSA-FUGA-DEL-DR-DEGASPERI-DIRETTORE-DEL-TRENTINO
- Ecco: Che al Vaticano Trentino, giornale, comitato diocesano,
segretariato operaio, banca cattolica, banca industriale, libreria e
religione siano tutti rami salienti dallo stesso ceppo di affarismo
rapinatore e profano è fuor di dubbio. Alcide, per esempio,
direttore del giornale, diventa banchiere attraversando un corridoio
e sagrestano a piè delle scale.
Articolo 19
- Ieri, mentre fra padroni e operai si discuteva, mentre all’«
Andreas Hofer » il Dottor Degasperi catechizzava i suoi «
fedelini », alla « Stadtbrauhaus » il compagno Mussolini teneva
una conferenza svolgendo il tema :
Il socialismo nella storia.
- In quella avanza il Dottor Degasperi non per contraddire —
egli dice — ma semplicemente per una dichiarazione. Egli tenta di
giustificare l’atteggiamento dei cristiano-sociali nella presente
lotta operaia, fa appello alla concordia, gratifica di signori i
presenti e di onorevoli i socialisti, ammette che gl’intervenuti
sono socialisti quasi tutti e rinuncia a discutere col comp.
Mussolini, traendo a pretesto la solita partenza per affari
urgentissimi. Potevano essere le tre e minuti. Il treno salvatore
parte alle 3 e 15. Fuori una carrozza aspetta Degasperi. I commenti
ironici si convertono in una sonorosissima fischiata che saluta la
fuga del campione del cristianesimo sociale.
Flor ha quindi la parola. Constata la fuga ignominiosa di
Degasperi .
Mussolini deplora che l’orario delle ferrovie austriache abbia
un treno che parte da Merano alle 3,15. Dichiara che non dirà nulla
sul Degasperi, poiché una fuga così precipitosa è di una grande
eloquenza