ContanteLibero.it

giovedì 11 aprile 2013

IN GUARDIA







“L’esistenza di una consistente sperequazione tra i beni posseduti e i redditi dichiarati da Nicastri”
porta la Dia a sequestrare 1,3 miliardi di euro al re dell'Eolico italiano, Vito, elettricista prima, ora imprenditore di Alcamo.
Esulta e si congratula con tutto il suo entourage , il direttore della Dia, Arturo De Felice , sottolineando come questa operazione abbia portato al sequestro di beni più cospicuo della storia d'Italia.
Gli uffici Dia di Palermo, coordinati nelle indagini dalla procura di Trapani e dai magistrati della Direzione antimafia di Palermo hanno voluto stringere il cerchio intorno Matteo Messina Denaro, uno dei 5 maggiori ricercati al mondo. Capo presunto di Cosa Nostra, è latitante da vent'anni. Secondo le indagini, Vito Nicastri è l'uomo di appoggio di Denaro . O meglio, Vito l'elettricista, ha contatti con gli uomini di Denaro perché “non ci si muove in certi contesti e con quei volumi d'affari senza avere contatti o collegamenti”, afferma il direttore della Dia De Felice. E risponde, facendo trapelare l'ebrezza del sogno dorato, a chi gli chiede se ora la cattura del boss trapanese sia più vicina :
“Siamo convinti che una confisca di queste dimensioni toglierà benzina ad una macchina che ora dovrà rallentare...Noi continueremo così, in silenzio e con attenzione ”.
Belle parole le sue, sconnesse però dai fatti.
Andiamo avanti.
Leggiamo con interesse che :
“Scattano così i sigilli per 43 tra società e partecipazioni societarie legate al settore della produzione alternativa dell’energia elettrica, 98 beni immobili fra ville e palazzine, terreni e magazzini, 7 fra autovetture, motocicli e imbarcazioni e 66 cosiddette «disponibilità finanziarie» fra conti correnti, depositi titoli, fondi di investimento e così via”.
L'elenco, non certo corto, non trova fine, difatti si conclude con un 'semplice' così via.
Il cittadino onesto e limpido d'intelletto s'aspetterebbe di leggere che l'elettricista Vito Nicastri sia in attesa di giudizio per reati di mafia dietro ad un anonimo e freddo blindo , vittima delle conte giornaliere delle guardie carcerarie e del menù della casanza .
Niente di tutto ciò.
“In quanto 'Re' sarebbe inaccettabile che varcasse la soglia di un istituto di pena” deve avere pensato il giudice che ha disposto , per Nicastri , la sorveglianza speciale con l'obbligo di dimora nel comune di residenza .
Come spesso accade in Italia, la bilancia della Giustizia è truccata a favore della grande famiglia che la governa: Mafia, Clero, Magistratura, Politica e Giornalismo non sono altro che i rami dello stesso clan affiliato alla plutocrazia apolide.
Chi con la sua azione delittuosa inabissa la propria nazione a favore di interessi transnazionali che tendono a sovvertire l'ordine sociale di una comunità di persone , rende servigio alla più potente e apparentemente imbattibile Stirpe che la Madre Terra abbia mai conosciuto .
***
Il punto da focalizzare, per voi che leggete, deve essere l'ammontare della confisca. Quella stessa cifra decantata come brillante 'conquista' dall'ex questore di Ancora, ora direttore della Dia, De Felice è per noi sinonimo di strazi e dolore per decine di persone.
L'Uomo comune deve presto capire che l'accumulo di ricchezze, soprattutto di queste dimensioni, in poche mani all'interno di un'economia nazionale è indubbiamente il velenoso frutto del furto ai danni della collettività.
Quanti lavoratori e, di conseguenza, quante famiglie sono state rovinate -se non peggio- dalla sleale concorrenza del Nicastri lungo la sua salita al potere?
Mai avremo una risposta esaustiva a questo interrogativo.
L'infausto aspetto , da sempre sottaciuto, è che se un uomo accentra ricchezze dà, a chi lo conosce direttamente e indirettamente, il miraggio del benessere terreno, bagnando il seme dell'invidia in lui, dando così origine al circolo vizioso sul quale appoggia il succitato clan.
Nella lotta alla mafia , insegna il Passato, bisogna colpire prima che si radicalizzi il fenomeno , punendo fieramente ogni atteggiamento ambiguo , distante dall'idea di legalità e di Stato nazionale senza aspettare che il malvivente in questione si arricchisca .
Tra la plutocrazia e la società civile è in corso una guerra e la Mafia è un suo aspetto, tra i più sanguinari e, fors'anche, spettacolari.
Rimanga monito per i posteri che per ogni soldato caduto per la Libertà, il nostro urlo addolorato sale al cielo per l'inestimabile perdita e perché consci che non sarà mai sostituibile ; nel fronte opposto, quello dell'Oro, invece gli uomini sono oggetti a cui non badare almeno finché nella seconda linea gli affamati schiavi pullulano , pronti a sostituire i caduti della prima, in cambio di una moneta d'oro.
E chi, in questo conflitto ricopre il ruolo dell'imboscato furiere, la Storia riserva la peggio condanna: o la 'stolta' agiatezza borghese in un mondo putrido o la fredda eterna ombra nel mondo dei Giusti.

Nessun commento:

Posta un commento